“Perché il Pd non ha ancora formalizzato la crisi di governo? Che aspetta?”. La domanda è rivolta ai propri colleghi di partito (in particolare ai vertici) da Arturo Parisi.
Secondo l’ex ministro della Difesa ”l’unico modo per mettere fine alla degradante rissa della maggioranza è riportarla al più presto dai media nell’alveo delle istituzioni. Se per la maggioranza la crisi è componibile la componga. Altrimenti se ne prenda atto e si apra il percorso che consegue da ogni crisi di governo. Prendere atto della crisi è un dovere, non è un optional”.
”Quello che non è ammissibile – sottolinea Parisi – è che il Paese sia paralizzato con l’argomento della inopportunità della apertura di una crisi al buio. Che ognuno pensi di formalizzare la crisi solo dopo essersi assicurato di chiuderla con vantaggio per la sua parte può essere comprensibile. Ma non è ammissibile se si guarda all’interesse del Paese. Se il buio futuro che può derivare da una crisi riconosciuta formalmente è un male, il buio presente prodotto dal degradare di una crisi disconosciuta è certamente peggio. Ai giornali è lecito dire ‘siamo stufi di questa politica’. Lo stesso non è lecito a chi ha responsabilità politiche. Cosa stanno facendo Berlusconi e Fini lo vediamo tutti”.
“Quello che non vediamo – sottolinea Parisi – è cosa stia facendo il Pd. Perché il partito non avvia le procedure che mettono capo alla formalizzazione della crisi? Che cosa aspetta Bersani? Di che cosa si preoccupa? Di chi si preoccupa?”.