Crisi: Prodi, l'Italia paga per la debolezza del governo

ROMA – Sull'assalto alle banche e ai titoli di Stato ''pesa in particolare l'incapacita' della leadership europea di affrontare i problemi della moneta unica. Ma se in questo quadro l'Italia ha ricevuto la bastonata piu' forte il motivo e' che lo scossone europeo ha coinciso con un momento di grande debolezza e di fortissime tensioni interne al governo italiano: le polemiche fra ministri e fra partiti hanno dato un messaggio di sbandamento che e' una vera manna per chi vuole giocare al ribasso''. Per Romano Prodi, intervistato dall'Unita', ''le debolezze strutturali dell'economia italiana costituiscono il problema di fondo, ma in questo caso i fattori politici sono stati determinanti''.
Alla base della fragilita' dei paesi dell'Unione, spiega l'ex premier, c'e' ''l'atteggiamento del tutto contraddittorio da parte dei governi e dei leader politici: sanno benissimo che e' interesse dei loro Paesi, Germania compresa, che l'euro rimanga saldo, ma ognuno di loro insegue il populismo di casa propria, rendendo cosi' il problema sempre piu' grave''.
Sulla gestione della crisi dei debiti pubblici, ''la dottrina dominante e' consistita nel rinvio continuo'', sottolinea Prodi. ''Alla base di questa dinamica, purtroppo, sta una fiducia molto fragile nell'Europa. Non si vuole comprendere che l'Europa non puo' essere costruita a meta': fatta la moneta unica, manca la meta' delle grandi decisioni politiche, a partire dalla politica estera. Soprattutto – aggiunge – non funziona il cosiddetto motore a due cilindri franco-tedesco''.
Tornando in Italia, Prodi parla della legge elettorale. ''Abbiamo bisogno di governi stabili, legittimati dal voto dei cittadini, e di un Parlamento realmente legato ai territori e agli elettori'', sostiene. ''L'Italia, per risolvere i suoi problemi, ha bisogno del bipolarismo e del maggioritario''. L'ex presidente del Consiglio oggi interviene anche con un editoriale sul Messaggero in cui affronta il tema delle societa' di rating. ''Se nei mercati agissero agenzie non americane, siano esse europee o cinesi o indiane, il metro di giudizio sarebbe certamente meno sospetto'', scrive. In merito all'aumento del costo del denaro deciso dalla Bce, ''per mettere a posto i bilanci pubblici c'e' bisogno soprattutto di crescita, di occupazione e di un euro che non continui ad aumentare di valore nei confronti del dollaro. Questi obiettivi dovranno avere l'assoluta priorita' da parte della Bce, almeno fino a quando continueremo a essere tranquilli nei confronti dell'inflazione''.

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