ROMA, 02 NOV – ''L'idea di un governo tecnico, di una soluzione emergenziale, non risolve il problema: siamo di fronte a una crisi lunga, strutturale, direi di modello''. Lo afferma all'Unita' il leader di Sel, Nichi Vendola, spiegando che ''quelle che vengono apparecchiate come proposte tecniche sono in assoluta continuita' con le politiche economico-sociali che hanno generato la crisi. Il governo di emergenza e' una strada strategicamente sbagliata e politicamente poco fondata negli attuali rapporti di forza parlamentari''.
''Se per rispondere all'attacco speculativo – continua – si chiude a tenaglia la stretta sul welfare, se si prosegue con la retorica dell'austerita', se non si mette in piedi un'idea di politica industriale e di crescita, noi continueremo a produrre tagli su tagli senza effetti virtuosi sul debito pubblico. Il Paese, nel frattempo, salta''.
''Negativo'', sara' in ogni caso l'atteggiamento di Sel, ribadisce Vendola, se un governo tecnico dovesse vedere la luce mentre se Berlusconi cadesse, ''non'' sarebbe un balsamo perche', spiega il leader di Sel, ''il rischio e' che si confondano le responsabilita' e si renda ancora piu' torbida l'acqua in cui nuota l'opinione pubblica. C'e' il rischio che si operi una sorta di sterilizzazione della coscienza critica nei confronti del berlusconismo, che la crisi venga addebitata alla politica tout court e non al governo della destra''.
Sulla proposta di Di Pietro che ha parlato di una controlettera alla Ue, Vendola apre: ''Ci si puo' ragionare'', afferma, e ''dovra' contenere il capovolgimento dell'impianto di Berlusconi'' mentre sull'allontanamento della possibilita' di un'alleanza tra centrosinistra e Udc, il leader di Sel osserva: ''Sarebbe la presa d'atto di un'intenzione piu' volte manifestata dal Terzo Polo: correre da solo''.