Csm, Commissione: “Dichiarare la decadenza di Brignadì”

Pubblicato il 14 Marzo 2011 - 13:55 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Il Consiglio superiore della magistratura dichiari la decadenza del laico Matteo Brigandì dalla carica di consigliere per non aver comunicato all’atto dell’elezione, di essere amministratore di una società legata alla Lega nonostante fosse una causa di incompatibilità. E’ la richiesta della Commissione verifica titoli di Palazzo dei marescialli, su cui ora si dovrà pronunciare il plenum del Csm.

La decisione è passata con il voto contrario del laico del Pdl Nicolò Zanon. A favore hanno votato invece il presidente Nello Nappi (Movimento per la giustizia) e il togato di Magistratura Indipendente Tommaso Virga. Brigandì era stato ascoltato due volte dalla Commissione; e la sua tesi era stata che la società in questione, la Fin Group- dalla quale ha lasciato intanto ogni incarico- non ha scopi economici, mentre la legge sull’incompatibilità dei consiglieri del Csm fa riferimento ai consigli di amministrazione di società commerciali.

Su questa vicenda, la procura di Roma ha aperto un’indagine per falso a carico del consigliere e lo ha messo sotto inchiesta anche per la pubblicazione da parte del Giornale di atti del Csm su un procedimento disciplinare di venti anni fa a carico del pm di Milano Ilda Boccassini. Se il plenum dovesse accogliere la richiesta della Commissione, si tratterebbe probabilmente della prima volta che viene dichiarata la decadenza di un consigliere del Csm.