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Doppio Csm, separazione delle carriere, intercettazioni: la riforma della Giustizia in Consiglio dei Ministri

di Alberto Francavilla |18 Febbraio 2011 10:32

ROMA – Intercettazioni, doppio Csm, separazione delle carriere dei magistrati. Sarebbero queste le misure principali contenute nella riforma della giustizia che il 18 febbraio approda al Consiglio dei ministri.

La riforma prevede, oltre alla separazione delle carriere per magistratura inquirente e giudicante, un doppio Csm per pm e giudici, la riforma elettorale del Csm, interventi correttivi sulla Cassazione, misure che rendano più semplice invocare la responsabilità civile dei giudici.

Il pacchetto conterrebbe anche misure più rigide sul ricorso alle intercettazioni, nuovamente nel mirino dopo lo scandalo Ruby, nell’ambito del quale il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi sarà chiamato, il 6 aprile, a rispondere di concussione e prostituzione minorile davanti ai giudici di Milano.

In realtà nel Consiglio dei ministri di questa mattina la riforma dovrebbe venire semplicemente “incardinata”: per varare l’intero pacchetto giustizia ci vorranno infatti diversi altri Cdm. Del resto per i ddl costituzionali riguardanti separazione delle carriere e doppio Csm c’è bisogno di quattro letture e della maggioranza qualificata dei due terzi per poter evitare il referendum confermativo.

La bozza di riforma che il ministro della Giustizia Angelino Alfano aveva sottoposto all’attenzione del Quirinale lo scorso novembre aveva ricevuto un altolà dai finiani che, per bocca della presidente della Commissione Giustizia Giulia Bongiorno, contestavano la prevista maggioranza laica del Csm, l’attribuzione di maggiori poteri al ministro della Giustizia, l’ipotesi di una polizia giudiziaria più autonoma dal pubblico ministero. La trattativa si era interrotta in contemporanea con lo strappo politico tra Pdl e Fli.

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