Al Csm chiesta la tutela del pm che Berlusconi definì “famigerato”

Pubblicato il 7 Ottobre 2010 - 19:48 OLTRE 6 MESI FA

”Minano la credibilità delle istituzioni e rischiano di delegittimare la magistratura tutta” le ”gravissime” dichiarazioni del presidente del Consiglio. E’ quanto scrivono i consiglieri del Csm nella richiesta di apertura di pratica a tutela per il pm del processo Mills Fabio De Pasquale, definito ”famigerato” dal presidente del Consiglio nel suo intervento alla festa del Pdl a Milano in cui ha parlato della presenza di un’associazione per delinquere in magistratura. La richiesta è stata rivolta al Comitato di presidenza del Csm dalla maggioranza dei consiglieri di Palazzo dei marescialli, i 16 togati e il laico eletto su indicazione del Pd Glauco Giostra. I 16 togati sollecitano anche il Vice Presidente del Csm, Michele Vietti, a ”rappresentare al Capo dello Stato e rendere noto all’opinione pubblica la loro profonda preoccupazione per le ennesime gravissime dichiarazioni, rese da Berlusconi” .

Non hanno firmato la richiesta il laico del Pd Guido Calvi, che è il presidente della Prima Commissione, quella competente sulle pratiche a tutela delle toghe, e tutti i laici eletti su indicazione della maggioranza. Ieri era fallito il tentativo di arrivare a un’iniziativa unitaria, dopo che i laici del Pdl e della Lega avevano rifiutato di sottoscrivere una lettera con la quale i consiglieri chiedevano al Comitato di presidenza di Palazzo dei marescialli di esprimere al capo dello Stato – che del Csm è il presidente – il disagio della magistratura per le accuse del premier ritenute infondate e denigratorie; una scelta dettata dalla convinzione che si trattasse di un documento politico non consono al ruolo del Csm.