ROMA – Fischi e “buu” di contestazione sono piovuti durante l’intervento di Rita Dalla Chiesa che ha aperto il comizio di presentazione della campagna elettorale di Giorgia Meloni sulla terrazza del Pincio, a Roma. La conduttrice televisiva è stata contestata durante un passaggio del suo discorso sui diritti omosessuali.
“Mi batto per i gay. I pregiudizi non vanno bene e vorrei che non ne aveste neanche voi – ha detto la Dalla Chiesa, infastidita dalle proteste -. Non mi vergogno delle mie idee, sono una persona libera come qualcuno di voi non è. Credo e spero che Giorgia Meloni possa superare tutti i pregiudizi, che un sindaco possa essere un sindaco di tutti i romani”.
I partecipanti al comizio hanno chiesto più volte l’intervento di Matteo Salvini sul palco, applaudendo un signore che ha detto a Rita Dalla Chiesa di “non parlare dei gay oggi”. Costretta a lasciare il palco, i partecipanti sollecitavano la sua uscita per favorire l’entrata di Salvini, Dalla Chiesa ha acconsentito visibilmente turbata, senza rinunciare a stigmatizzare l’intolleranza. Un trattamento che non meritava, visto che solo qualche settimana fa, in pieno panico da mancanza di candidati, era stata proprio Giorgia Meloni ad offrirle la candidatura a sindaco di Roma.
Si sa poi come è andata: volto noto della tv, figlia di un martire della mafia, profilo indipendente (ha votato Berlusconi, ma anche Marchini e Renzi), la scelta (“da far tremare i polsi”, disse) non riuscì nell’intento di unire il centrodestra romano. Obiettivo peraltro ancora lontano, a giudicare dal balletto intorno a Bertolaso che un giorno viene invitato a lasciare il campo, l’altro è considerato il salvatore della Patria.
I fischi e i buu non rappresentano esattamente una novità, magari non rappresentativa dell’elettorato medio che non si riconosce negli atteggiamenti dei più motivati frequentatori dei comizi. Tanta strada, tuttavia, serve ancora al centrodestra per concludere un percorso “pedagogico” su un mondo ancorato a vecchi pregiudizi e paure.