ROMA – Dario Fo risponde a Vauro dopo la lettera aperta rivoltagli dal vignettista lo scorso 3 dicembre nella quale gli chiedeva di scendere dal palco di Beppe Grillo. Il premio nobel per la letteratura era infatti intervenuto al V3Day e dal palco di Genova pronunciando le stesse parole usate da Benito Mussolini nella sua dichiarazione di guerra: “Dobbiamo vincere e vinceremo”. Parole che non sono piaciute al compagno Vauro.
Ed ecco la risposta di Dario Fo pubblicata dal Fatto Quotidiano oggi in edicola:
“Dire ‘vincere e vinceremo’ è fare una battuta che ‘sputtana’ il gesto tronfio – spiega Fo – È tecnica molto diffusa nel teatro: quella di sputtanare se stessi nel momento in cui si produce una forma banale, inaccettabile e volgare. È ironia e uso del grottesco sulla parola ‘vincere’”.
Quanto al discorso sulla morte, Fo diventa polemico:
“Fai il satirico? – chiede rivolgendosi direttamente a Vauro – Sai tutto delle tecniche per provocare, ma di colpo fai il moralista?”.
Fo per giustificarsi si appella ai precedenti storici del teatro:
“Potrei fare un elenco di pezzi famosi in cui si parla della morte. Arlecchino e la sua danza macabra, per esempio. O anche Shakespeare con l’Amleto”. Insomma, Beppe Grillo è un comico e la sua è una storia di teatro. È una sorta di “re di Norvegia” che arriva, al termine dell’Amleto, quando tutti i rappresentanti del potere si sono scannati, a proporre “un nuovo tempo”.