“Daspo” e “arresti” per chi manifesta: Maroni e Gasparri si sono dimenticati di quando i “black bloc” erano loro?

Ieri erano in prima linea per le strade, oggi propongono “Daspo nelle piazze” e “arresti preventivi” degli studenti che manifestano. Le due idee sono state lanciate rispettivamente dal ministro dell’Interno, Roberto Maroni, e dal capogruppo del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri. Il primo paragona i manifestanti agli ultras, il secondo ritiene che siano pericolosi come i terroristi negli anni di piombo. Ma forse sia Maroni che Gasparri dimenticano quando dall’altra parte della barricata c’erano loro e quando erano proprio loro ad avere guai con la giustizia: il primo, da militante della Lega Nord, è stato condannato per resistenza a pubblico ufficiale. Il secondo invece fu indagato per turbativa dell’attività parlamentare dopo che, nel ’93, irruppe a Montecitorio insieme ad altri “camerati” del Movimento Sociale Italiano.

La vicenda di Gasparri è stata ricordata da Leoluca Orlando, protavoce dell’Italia dei Valori: ”Il primo aprile del 1993, Maurizio Gasparri, insieme a un gruppo di militanti del Movimento sociale italiano, assaltò Montecitorio e fu indagato, ai sensi dell’articolo 289 del codice penale, per turbativa dell’attività parlamentare insieme ad alcuni colleghi missini fra cui Teodoro Bontempo e Altero Matteoli”.

”I ‘simpatici’ manifestanti, alla cui testa c’era lo stesso Gasparri – ha spiegato Orlando – fra cui diversi militanti del Fronte della gioventù e altri deputati dell’Msi, circondarono le esigue forze dell’ordine presenti in quel momento, indossando una maglietta con su scritto ‘Arrendetevi siete circondati’ e bloccarono l’accesso all’Aula con annessi insulti ai parlamentari. Alcuni militanti missini, inoltre, tentarono anche di aggredire fisicamente i deputati. Ci fu un lancio di monetine e il vetro dell’ingresso di Montecitorio fu incrinato. Per questo, Orlando si è chiesto “se il Maurizio Gasparri di allora sia lo stesso che oggi definisce gli studenti come potenziali assassini e che chiede gli arresti preventivi in auge nel fascismo”.

E a questo punto è scattata la similitudine con la proposta odierna di arrestare preventivamente i manifestanti “violenti” che nasconderebbero armi e oggetti “offensivi” da usare durante i cortei. Forse Gasparri non sapeva che anche all’epoca i suoi “compagni” erano ben “muniti”. ”Dopo le perquisizioni di rito – ha spiegato ancora Orlando – a casa di alcuni di questi elementi furono trovati dei proiettili e tali personaggi non furono né arrestati, né denunciati. Gasparri, all’epoca, non solo non si stracciò le vesti ma presentò, insieme al suo gruppo parlamentare, un’interrogazione in cui si dichiarava ingiustificato e arbitrario l’intervento dei poliziotti”.

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