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De Girolamo. Spartizioni Asl nella masseria. La difesa in un file “patacca”?

di Warsamé Dini Casali |16 Gennaio 2014 13:49

De Girolamo. Spartizioni Asl nella masseria. La difesa in un file “patacca”?

ROMA – De Girolamo. Spartizioni Asl nella masseria. La difesa in un file “patacca”? Sulle spine per l’audizione di venerdì 17 gennaio in Parlamento, il ministro Nunzia De Girolamo affida le sue speranze di convincere almeno il Pd della sua estraneità alle accuse di gestione privatistica e clientelare delle Asl di Benevento a un file audio (che il Tg5 ha trasmesso ieri) con registrazioni che la scagionerebbero (leggi qui). Sul file però c’è il rischio concreto che si riveli una “patacca”, come l’ha definito l’avvocato di Felice Pisapia, protagonista della conversazione con la stessa De Girolamo.

Il Pisapia lo si sente avvertire la De Girolamo “Attenta, il Pd locale ti vuole inguaiare. Vogliono arrivare a te tramite me”, mentre lei rispondeva “possono puntarmi quanto vogliono: non ho preso soldi, non ho chiesto favori”. Se questa è la difesa, i parlamentari Pd per crederle dovrebbero ritenere in malafede loro colleghi di partito. Senza considerare che la prova del complotto ordito ai danni della parlamentare è fondata su conversazioni orecchiate da una porta semichiusa dallo stesso Pisapia.

In ogni caso il file incriminato non è stato depositato agli atti. Viceversa il superteste Arnaldo Falato torna a parlare (intervista a Repubblica) e rievocando le sue testimonianze davanti ai giudici offre altri squarci piuttosto imbarazzanti per il ministro a proposito di una spartizione di appalti e di una gestione spregiudicata delle Asl la cui messa in atto fu pianificata in un ristorante-masseria. Che comprende l’apertura e “soprattutto la chiusura” spiega Conchita Sannino su Repubblica, dei Pronto Soccorso in base alla fedeltà al gruppo politico di riferimento.

Decisero la mia epurazione a tavola, in un ristorante, sulla Statale, in una riunione del direttorio. Io non c’ero. Ma lei sì, la De Girolamo. Che approvò la mozione del suo fedelissimo, l’avvocato Giacomo Papa. Subito dopo, alla scadenza del contratto, mi fecero fuori dal Servizio Budgeting della Asl e per non farmi perdere soldi e farmi stare buono, mi proposero di firmare un contratto in un ufficio distaccato, in cui avrei avuto 30mila euro in più l’anno. Reagii: “Questo è peculato, come li giustificate quei soldi? Non vado in galera”. Dopo un po’ trovai la mia stanza chiusa, la serratura cambiata. Cominciò la guerra. (Conchita Sannino, Repubblica)

 

 

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