Debito pubblico, solo con Paolo Gentiloni è diminuito in rapporto al Pil

Debito pubblico, solo con Paolo Gentiloni è diminuito
Debito pubblico, solo con Paolo Gentiloni è diminuito (Foto Ansa)

ROMA – Il debito pubblico italiano continua a crescere: ad oggi ammonta a 2.341,7 miliardi, secondo l’ultima rilevazione di Banca d’Italia riferita allo scorso luglio, pari a oltre il 132% del Pil.

Una tendenza non nuova: ogni anno l’Italia produce più debito che reddito. E’ così da oltre dieci anni, almeno dal 2007 senza soluzione di continuità. C’è stata un’unica parentesi in cui il debito ha iniziato a calare: con il governo Gentiloni. Un’esperienza durata però non molto, nemmeno due anni, che ha poi portato all’insediamento del governo Lega-M5s che non sembra in procinto di seguire la china dei predecessori. 

Se nel lontano 1965, col governo Moro, il debito pubblico era pari al 35% del Pil, nel 1978 (governo Andreotti) era già al 61,1% e passò all’84,5% nel 1986 (governo Craxi). Il superamento di quota 100% è arrivata con il governo Amato, nel 1992. E da allora non si è più tornati indietro, salvo una breve parentesi con Prodi nel 2007, quando il rapporto arrivò al 99,8%. 

Come nota Marco Palombi sul Fatto Quotidiano, i “re del debito” quanto ad aumento medio giornaliero sono tutti “alfieri del bilancio responsabile e dei mercati che non vanno contraddetti”. Qui si inquadrano i governi di Giuliano Amato e Mario Monti, mentre l’esecutivo di Silvio Berlusconi fece calare il rapporto debito/Pil. 

Eppure un premier come Paolo Gentiloni, che pure fece segnare un aumento medio giornaliero del debito di 309 milioni di euro, secondo solo ad Amato negli ultimi vent’anni, grazie alla crescita a livello nazionale e mondiale riuscì a far calare il rapporto debito/Pil, che arrivò al 131,8%. Un primato tutt’ora imbattuto e che difficilmente verrà doppiato dall’attuale esecutivo. 

 

 

 

 

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