Decreto Cura Italia, 600 euro (a marzo) alle partite Iva. Per centro destra (e Renzi) “non basta”

Decreto Cura Italia, 600 euro (a marzo) alle partite Iva. Per centro destra (e Renzi) “non basta”. Nella foto Ansa il ministro Roberto Gualtieri

ROMA – Tra le misure di sostegno a lavoratori ed aziende approvate dal Governo nel decreto Cura Italia approvato per far fronte alla crisi economica derivata dall’epidemia di coronavirus, per i lavoratori autonomi è previsto un bonus previsto per il mese di marzo (quindi un bonus che viene erogato una volta sola nel mese di marzo, per i prossimi mesi si vedrà ndr) che ammonta a 600 euro e riguarda quasi 5 milioni di persone.

Il bonus potrà essere richiesto all’Inps da chi ne ha effettivamente bisogno: il ministro Gualtieri ha già chiesto a chi ha meno problemi di liquidità di non richiederlo. Il bonus riguarda i liberi professionisti titolari di partita Iva attiva alla data del 23 febbraio 2020 e lavoratori titolari di rapporti di collaborazione coordinata e continuativa (co.co.co.) attivi alla data del 23 febbraio 2020, iscritti alla Gestione separata (di cui all’articolo 2, comma 26, della legge 8 agosto 1995, n. 335), non titolari di pensione e non iscritti ad altre forme di previdenza obbligatoria. Inoltre anche  per gli autonomi è prevista la sospensione del versamento dei contributi previdenziali e assistenziali.

Il centro destra chiede a gran voce che vengano inserite maggiori tutele per le partite iva. Per Salvini infatti “il contributo da 600 euro agli autonomi non basta” (in fondo all’articolo le parole di Salvini in una diretta Facebook). Il leader della Lega spiega che “stiamo portando proposte e contriuti senza criticare a priori. Però è chiaro a tutti che una tantum da 600 euro per un mese e neanche per tutti è ovvio che non basta”. 

Sulla stessa lunghezza d’onda Mara Carfagna, vicepresidente della Camera e deputato di Forza Italia: “L’introduzione di un ‘reddito di quarantena’ per le piccole partite Iva è una misura che avevamo chiesto a gran voce e che per fortuna è stata inserita nel decreto. Non basta però dare 600 euro una tantum, non è sufficiente un sostegno di un mese, il ‘reddito di quarantena’ deve essere almeno trimestrale, perché la crisi non si esaurirà a fine marzo. Milioni di partite Iva, precari, collaboratori hanno il diritto di ricevere garanzie e stabilità dallo Stato, anche perché non chiedono un reddito di cittadinanza, ma una scommessa sulla loro ripartenza”.

Oltre alla Carfagna, critiche alla misura del Governo da Deborah Bergamini, deputata di Forza Italia: “Dall’ultima bozza del decreto sull‘emergenza coronavirus, sebbene parte delle richieste di Forza Italia siano state accolte dal governo, sono troppi i punti su cui c’è ancora molta strada da fare. A partire dalle misure adottate per il popolo delle partite Iva, purtroppo sempre considerato la serie B dei lavoratori, destinatario di appena 600 euro una tantum d’indennità, gravemente insufficienti, alla mancia di 100 euro per il personale medico e sanitario da settimane in prima linea, tra enormi sacrifici, contro l’epidemia”. 

“Per non parlare della beffa dello slittamento dei pagamenti di soli quattro giorni per chi fattura oltre 2 milioni di euro. Anche per famiglie e imprese, in termini di sgravi e facilitazioni, c’è ancora tutto da fare. La Germania ci insegna che non si può intervenire di fioretto per salvare la nostra economia: ci vogliono interventi forti, che siano percepiti come tali dagli italiani. Noi ci impegneremo in Parlamento per trasformare questo provvedimento in aiuti veri per il Paese e per fare slittare i termini di pagamento delle imposte per tutti. In questo momento di incertezza e grande difficoltà per il Paese – conclude Bergamini – non c’è altra strada che quella della responsabilità e del lavoro comune, a cui noi siamo pronti”.

A chiedere più risorse per le partite Iva è anche Italia viva di Renzi: “Più tutele per gli autonomi, liberi professionisti, ditte individuali, coloro che tradizionalmente sono più sprovvisti di tutele. Le partite Iva non sono lavoratori di serie B”. Fonti di Italia viva spiegano che la richiesta di rafforzare le tutele per gli autonomi nel decreto con le misure sul Coronavirus è stata ribadita prima del Consiglio dei ministri.

Fonte: Ansa, Agenzia Vista /Alexander Jakhnagiev

 

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