Decreto Genova, sanatoria Ischia divide il governo. Salvini: "Non è un bel segnale" Decreto Genova, sanatoria Ischia divide il governo. Salvini: "Non è un bel segnale"

Decreto Genova, sanatoria Ischia divide il governo. Salvini: “Non è un bel segnale”

Decreto Genova, sanatoria Ischia divide il governo. Salvini: "Non è un bel segnale"
Decreto Genova, sanatoria Ischia divide il governo. Salvini: “Non è un bel segnale” (Foto Ansa)

GENOVA –  Non è solo il condono fiscale ad opporre i due vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini. A dividere il governo è anche il decreto Genova, in dirittura d’arrivo alle commissioni Trasporti e Ambiente della Camera.

Le polemiche per il caso Ischia, con la sanatoria generalizzata voluta da M5s inserito nel documento, non si sono placate. “Anche noi riteniamo che alcune norme, come ad esempio il condono edilizio per Ischia, non sia una buona cosa. Non è un bel segnale”, ha detto oggi il leader della Lega,  che ha però aggiunto che il dialogo con i 5 Stelle è aperto: “I nostri avversari sono a Parigi e a Bruxelles”.

Interviene anche il vice ministro Edoardo Rixi che annuncia un emendamento della Lega, “una misura di buon senso che evita regali a migliaia di abusi edilizi commessi a Ischia. Pertanto siamo certi che possa trovare il sostegno anche dei colleghi dei 5 Stelle”.

Sul Dl Genova è intervenuto di nuovo anche il ministro per l’Ambiente, Sergio Costa, che ricorda come “molte case di Ischia le ho sequestrate io”. E sottolinea che sulla eventuale “sanatoria per l’isola decide il Parlamento. Se si mettono i paletti io non lo so, perché la vicenda è sul tavolo parlamentare, io ho rappresentato il mio disagio”.

Cerca di mettere il punto il governatore della Liguria, Giovanni Toti, che come tutti i genovesi ha fretta di avere il decreto per potere avere al più presto il nuovo ponte. “Sul decreto Genova stiamo lavorando. E’ stato scritto in fretta e furia nella prima versione, sta molto migliorando grazie al lavoro di tutti in parlamento nella conversione. Resta la perplessità sull’impostazione di base cioè nel non affidare la ricostruzione a chi ha fatto il danno, cioè Autostrade, ma bensì con un bizantinismo giuridico a qualcun altro che poi dovrà recuperare i soldi. Però ci sono soldi per gli sfollati, stiamo ragionando sulla cassa integrazione, sulla competitività del porto”.

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