ROMA – Sì alla fiducia, alla Camera, al decreto Lavoro. Il testo è passato con con 344 sì, 184 no. La fiducia era di fatto scontata dopo la decisione di Nuovo Centrodestra di dare il via libera al testo modificato almeno alla Camera dei deputati.
Il difficile, per il governo, comincia però adesso. Il decreto, infatti, arriva al Senato. E là Nuovo Centrodestra ha già annunciato battaglia. Due i temi chiave: l’apprendistato e il numero di volte in cui è possibile rinnovare i contratti a termine.
Al Senato la maggioranza ha numeri decisamente meno “rassicuranti” e il voto di Ncd è decisivo. Martedì Matteo Renzi ha cercato di ridurre la contrapposizione a motivi di campagna elettorale. Parole che non sono piaciuti agli alfaniani. Così Sergio Pizzolante nella dichiarazione di voto favorevole alla fiducia ha subito replicato:
“Respingiamo nel modo più netto le accuse di essere mossi da pure esigenze elettorali” nel chiedere modifiche al decreto lavoro: “la nostra è una discussione punto per punto”. Le accuse “non le accettiamo né da Renzi né da Berlusconi che sono in campagna elettorale da mesi”.