Decreto sviluppo, non se ne parla: crescita a bocca asciutta

Mario Monti (Foto Lapresse)

ROMA – Vi aspettavate gli sconti Imu per le case di nuova costruzione? Continuate ad aspettare. Aspettavate l’aumento delle detrazioni per le ristrutturazioni, dal 36 al 50%? Continuate ad aspettare. Volevate assumere giovani laureati specializzati, approfittando di un credito d’imposta del 35%, con un tetto di 100 mila euro per impresa? Aspettate, continuate pure. Volevate l’annunciata nuova legge fallimentare, quella che nelle intenzioni ci avvicinerà agli Stati Uniti, e che protegge le imprese dai creditori e permette il risanamento o di trovare nuovi soci o compratori? Aspettate ancora.

Aspettate il decreto sviluppo, perché il Consiglio dei ministri, giovedì, ha detto che per ora non se ne parla. Motivo tecnico, all’apparenza. “Il provvedimento non era all’ordine del giorno”, dicono fonti governative. Se ne parla forse domani, forse sabato, non è chiaro. Ma a ben vedere si intravedono ragioni un po’ più sostanziali dietro la scelta del governo di lasciare la crescita ancora a bocca asciutta. Ci sono in sospeso ancora i conti del terremoto. Quanto costerà alle casse statali il sisma emiliano? In termini di ricostruzione, certo, ma anche in termini di crescita mancata. Di Pil. Quanto ci costa una Regione forte come l’Emilia ferma per almeno 6 mesi, stima fatta dagli industriali? Ci sono in sospeso i conti, soprattutto politici, della spending review. I tagli alla spesa sono ad oggi ostaggio dei partiti. E come farli, questi conti, se solo pochi giorni fa ci si è accorti che le entrate fiscali sono sotto le attese? Al Tesoro il piatto piange, mancano qualcosa come 3,5 miliardi all’appello. Sono meno rispetto alla stima fatta.

Ma ci sono, tra i motivi sostanziali, anche questioni di respiro europeo. Quale sia l'”agibilità” dell’Europa e della moneta unica emergerà con più chiarezza solo nei prossimi giorni. Nel calendario Ue sono segnate in rosso le date del 16 e 17 giugno: elezioni in Grecia e in Francia. Voto politico nel Paese più debole che deve metter su un governo che sia un interlocutore credibile con Bruxelles, Banca Centrale e Fondo Monetario. Elezioni legislative in Francia il 16 giugno, fondamentali per dare a François Hollande efficacia operativa. E ancora, nella scaletta di questo giugno ci sono anche l’incontro del 22 giugno tra la tedesca Angela Merkel, il francese Hollande e lo spagnolo Mariano Rajoy. E a chiusura del mese, il 28 e 29, il vertice europeo. Se, e quanto, regge l’Europa e la sua moneta sarà più chiaro solo allora. Il che, per la politica interna, vuol dire che fino ad allora non si sa di quanto ci si può allargare in termini di spesa e crescita.

Motivi sostanziali dietro il rimando del decreto sviluppo. E il governo? Finora il ministro Corrado Passera si è speso in annunci. Eppure il decreto era pronto, la Ragioneria aveva già dato le ultime limate. Ma se la riforma non si fa l’effetto sarà depressivo economicamente, ma anche deprimente politicamente.

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