ROMA – Def, tutti i tagli di Matteo Renzi. In attesa del Documento di Economia e Finanza che uscirà dal Consiglio dei Ministri di martedì alle 18 circola già una bozze del testo. A lanciarla è l’agenzia Public Policy che così presenta i tagli di Renzi:
Trasferimenti alle imprese; le retribuzioni della dirigenza pubblica, “che appaiono elevate nel confronto con la media europea”; la sanità, “con una particolare attenzione agli elementi di spreco, nell’ambito del cosiddetto ‘patto per la salute’ con gli enti territoriali, e tramite l’assunzione di misure contro le spese che eccedono significativamente i costi standard”; i cosiddetti “costi della politica” oggetto di ulteriori interventi.
Tra gli altri ambiti su cui, sempre secondo la bozza, il governo è intenzionato a intervenire sono:
“Le auto di servizio ed i costi dei Gabinetti dei ministri e degli altri uffici di diretta collaborazione;
gli stanziamenti per beni e servizi, attualmente molto consistenti, sui quali si rendono necessari rilevanti interventi di controllo (la presenza nel nostro Paese di circa 30 mila stazioni appaltanti può dar luogo ad evidenti inefficienze. A fronte di ciò concentrare gli appalti pubblici in capo alla Consip e ad alcune altre centrali di acquisto presso le Regioni e le città metropolitane consentirebbe di ottenere dei risparmi già nel medio periodo);
la gestione degli immobili pubblici;
la riduzione delle commissioni bancarie pagate dallo Stato per la riscossione dei tributi;
il migliore coordinamento delle forze di polizia;
la razionalizzazione degli enti pubblici, e procedure di fatturazione e pagamento telematici e la concentrazione dei centri di elaborazione dati delle pubbliche amministrazioni”.
E ancora, nella bozza si programmano anche sforbiciate alle
“numerose partecipate degli enti locali (ad esclusione di quelle che erogano servizi fondamentali per la collettività, le cui tariffe debbono essere congrue)” che “andranno attentamente esaminate nelle loro funzioni con la prospettiva di una sostanziale riduzione o eliminazione; alle spese per la difesa, riviste tenendo conto che l’ampio debito pubblico consente all’Italia investimenti più limitati anche in questo settore; una mirata revisione dei costi di Autorità indipendenti e Camere di Commercio”.
“Infine – si legge – si potranno anche valutare i risparmi dal trasporto ferroviario, attualmente sussidiato dallo Stato in misura molto superiore rispetto agli altri paesi europei, eventualmente anche tramite una revisione delle tariffe”.
I commenti sono chiusi.