Secondo Cinzia Cracchi, Flavio Delbono voleva “comprare” il suo silenzio ed era pronto a consegnarle 40mila euro in due tranche in cambio della restituzione del bancomat fattole avere dall’amico Mirco Divani. Un tentativo, non riuscito, avvenuto nella prima settimana del gennaio scorso, dieci giorni prima dell’interrogatorio a cui la Cracchi fu sottoposta in Procura per parlare delle “pressioni” subite dal suo ex.
E’ stata la Cracchi a metterlo a verbale davanti al pm Morena Plazzi. E’ la sua “verità”, non confortata da prove documentabili, ma Cinzia è ferma sulla sua versione. «Delbono, quando ci incontrammo il5 gennaio in una casa in centro, mise sul tavolo una busta con 6mila euro per me e mi disse, “posso dartene 20 mila prima dell’interrogatorio e altrettanti una volta che lo avrai sostenuto in cambio del bancomat”». Una “verità” sconcertante, che getta una nuova luce sui tentativi di rendere inoffensiva una persona che si stava facendo sempre più pericolosa per lui.
La busta con i 6mila euro costituisce un fatto concreto. E non era la prima “razione” di denaro: Delbono, tre giorni prima, il2 gennaio, in un altro appartamento messo a disposizione dall’amica comune dei due, Manuela Gallo, dell’ufficio legale di Cup 2000, oltre a consegnare un altro plico con 5mila euro, diede alla Cracchi due fogli scritti di suo pugno dove metteva nero su bianco le sue “promesse” d’aiuto e le sue preoccupazioni.
L’avvocato di Delbono Paolo Trombetti si scaglia contro Cinzia attribuendole «un disegno di rivalsa personale. Quella di Delbono è una verità inoppugnabile: diede alla donna solo quello che lei richiese e lo fece per proteggere la sua vita privata dalle aggressioni esterne». Si vedrà. Di certo c’è che la Procura presto potrebbe decidere di ascoltare sotto un’altra veste l’ex assessore Luisa Lazzaroni, che sostiene di aver consegnato alla Cracchi altre due buste avute da Delbono. Dice, l’ex sindaco, che c’erano soldi anche in quei due plichi. Circa 5mila euro.
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