Delega fiscale, la Lega abbandona il CdM, chiede più tempo sulla riforma: prima scossa post voto sul governo

Delega fiscale, la Lega abbandona il CdM. I ministri della Lega non stanno prendendo parte alla riunione del Consiglio dei ministri appena cominciato sulla delega fiscale. Già nel corso della cabina di regia il ministro Garavaglia aveva lasciato il tavolo chiedendo tempo per approfondimenti.

Delega fiscale, la Lega abbandona il CdM

La defezione leghista va considerata una prima scossa, magari di assestamento, registrata dalle parti del Governo Draghi. L’andatura di crociera, finite le elezioni, sarà un ricordo.

Il centrodestra ferito dalla prova amministrativa – e la Lega è quella che patisce di più – dovrà necessariamente ricalibrare la sua proposta politica evitando di finire schiacciato dall’agenda di Draghi. Ecco il primo colpo. 

Il Consiglio dei ministri è stato convocato a Palazzo Chigi alle 15. All’ordine del giorno la delega per la riforma fiscale e leggi regionali.

La delega fiscale, 10 articoli, non peserà sui conti pubblici

Dalla revisione dell’Irpef e dell’Ires alla razionalizzazione dell’Iva, la bozza di delega al governo per la revisione del sistema fiscale, ancora suscettibile di modifiche, contiene 10 articoli.

Per l’attuazione delle delega fiscale si potranno utilizzare “2 miliardi nel 2022” e “1 miliardo” nel 2023 dal fondo per la riforma fiscale creato con l’ultima manovra. Le risorse del fondo, si precisa, potranno essere integrate con le nuove entrate strutturali derivanti dalla lotta all’evasione fiscale.

L’attuazione della delega non dovrà comunque pesare sui conti pubblici ed eventuali decreti che richiedano fondi andranno varati contestualmente o dopo i provvedimenti che reperiscono le risorse necessarie.

18 mesi, il tempo che il governo avrà per emanare i decreti attuativi

Dall’approvazione in Parlamento, il Governo avrà 18 mesi per attuare la delega fiscale emanando i decreti attuativi. 

Gli obiettivi fondamentali sono la crescita dell’economia, attraverso l’aumento dell’efficienza della struttura delle imposte e la riduzione del carico fiscale sui fattori di produzione.

La razionalizzazione e semplificazione del sistema tributario, preservandone la progressività, da attuarsi anche attraverso la riduzione degli adempimenti e l’eliminazione dei cosiddetti ‘micro-tributi’. L riduzione dell’evasione.

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