Deputati “fantuttoni”: per 12 c’è l’ok di Montecitorio

Potranno dividersi tra l’incarico parlamentare e quello di amministratori di grandi comuni e province – Nove sono del Pdl e tre della Lega – Brescia la capitale del doppiopoltronisti.

Da ieri e fine al termine della legislatura  i “doppiopoltronisti” di Montecitorio potranno continuare a dividersi  tra incarico di sindaco o presidente negli enti locali e il mandato parlamentare.

La giunta per le elezioni della Camera ha infatti  dichiarato a maggioranza (8 voti contro 3) compatibili i 9 onorevoli-amministratori del Pdl e i 3 leghisti. E’ stata così chiusa,  una volta per tutte, l’istruttoria aperta nel 2008. A beneficiarne sono i politici disposti a dividersi in due pur di non lasciare gli incarichi multipli.

In un caso  gli incarichi sono addirittura  tre. Riguardano  Daniele Molgora, che nel giro di 18 mesi è stato nominato deputato del Carroccio alla Camera,  sottosegretario all’Economia con Giulio Tremonti ed è stato anche eletto presidente della Provincia di Brescia. Ai componenti della giunta delle elezioni che lo hanno convocato per verificare se sussistessero i presupposti per dichiarare l’incompatibilità, ha risposto che appunto  i presupposti non esistono. Le motivazioni: da capo della giunta provinciale di Brescia deciderà in autonomia quando convocarla e lo farà nei giorni in cui sarà libero da impegni parlamentari. E per fugare ogni perplessità ha prodotto  i dati sulla sua presenza in aula a Montecitorio.

Brescia sembra essere  la capitale dei doppiopoltronisti  dato che anche il primo cittadino, il piediellino Adriano Paroli, è deputato. Ma se il leghista “fantuttone”, il sindaco bresciano e gli altri dieci colleghi deputati  l’hanno potuta spuntare è grazie al vuoto normativo esistente. Presidenti di Province e sindaci di città con più di 20 mila abitanti sono ineleggibili se non si dimettono 180 giorni prima del voto, ma la norma non sancisce l’incompatibilità qualora il deputato diventi successivamente sindaco di un grande comune o presidente della Provincia.

Appartengono a questa categoria (eletti negli enti locali dopo l’inizio della legislatura del 2008) oltre a Molgora e Paroli, anche  i pidiellini Maria Teresa Armosino, presidente della Provinica di Asti, Luigi Cesaro, presidente della Provincia di Napoli, Edmondo Cirielli, quello della omonima legge sulla prescrizione, presidente della Provincia di Salerno, Nicola Cristaldi, sindaco di Mazara del Vallo, Antonello Iannarilli, presidente della Provincia di Frosinone, Giulio Marini, sindaco di Viterbo, Antonio Pepe, presidente della Provincia di Foggia, Marco Zacchera, sindaco di Verbania. E infine altri due leghisti, Ettore Pirovano, presidente della Provincia di Bergamo e Roberto Simonetti della Provincia di Biella.

Sotto la Prima Repubblica i doppi incarichi non esistevano, sebbene la norma fosse la stessa. Lo “strappo” autorizzato al sindaco di Palermo Diego Cammarata nel 2004 ha dato la stura alla moltiplicazione delle poltrone.

Un mese fa, ad essere “graziati” erano stati altri 18 deputati con doppio incarico ma societario, tra loro Lucio Stanca (Pdl), ad di Expo 2015, e Matteo Colaninno (Pd).

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