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Deputati-sindaci: una norma salva il doppio incarico

di Elisa D'Alto |18 Luglio 2013 20:10

Deputati-sindaci: una norma salva il doppio incarico

ROMA – Parlamentare, o anche ministro, e insieme sindaco? La doppia carica non è più incompatibile, insomma si possono mantenere entrambe le funzioni. Lo stabilisce una norma che salva lo scranno dei deputati-sindaci, inserita dalle commissioni Bilancio e Affari costituzionali nel dl Fare martedì. Una norma frutto di un emendamento ”tripartisan”, firmato cioè da esponenti di Pdl, Pd e Sel, ora disconosciuto anche da altri parlamentari degli stessi partiti ma di correnti diverse dai proponenti. Ora c’è da vedere se il comma reggerà la prova dell’Aula, la prossima settimana, mentre su altri punti del decreto ci sono contrasti anche all’interno del governo e della maggioranza, come quello riguardante l’urbanistica e l’edilizia.

Martedì le Commissioni hanno approvato un emendamento di difficile lettura per i rimandi a precedenti leggi, ma di cui l’Ansa ha dato comunque notizia. Veniva abolita l’incompatibilità tra la carica di deputato e quella di sindaco dei comuni con più di 5.000 abitanti, fino alle prossime amministrative: in pratica fino al 2015. L’emendamento modificava un articolo introdotto nell’agosto del 2011 dalla manovra di Tremonti, teso a moralizzare la politica abolendo il doppio incarico di sindaco e parlamentare o membro del governo. A trarne beneficio una ventina di parlamentari, per lo più sindaci di comuni medi, il più famoso dei quali è Vincenzo De Luca, primo sindaco di Salerno e Viceministro.

A chiederne le dimissioni M5S e il Pdl: e alcuni parlamentari berlusconiani campani, come Mara Carfagna e Vincenzo Fasano hanno annunciato il loro ”no” in aula. L’emendamento firmato per il Pdl dallo scajoliano Ignazio Abrignani, per il Pd dal bersaniano Nico Stumpo e per Sel da Mrtina Nardi, non è piaciuto dunque non solo ad altri esponenti del Pdl, ma anche in casa Pd. I deputati renziani hanno anche loro annunciato il ”niet” in aula, e dopo che anche Scelta Civica, che non lo ha firmato, ne prende le distanze, anche il capogruppo di Sel Gennaro Migliore ha annunciato il ritiro della firma del suo gruppo e il voto contrario lunedì in aula. I due gruppi maggiori, Pd e Pdl, dovranno ora valutare l’opportunità di continuare a sostenere una norma bollata come ”ad castam” dal Riccardo Fraccaro del M5s. Le commissioni hanno oggi approvato due altri emendamenti che hanno abrogato altrettanti articoli della spending review del governo Monti: uno ha risuscitato la Arcus spa, chiusa da Monti, e l’altro ha evitato l’applicazione alle societa’ pubbliche quotate del taglio del 50% delle spese sulle auto. Le commissioni si sono invece bloccate su alcuni nodi, tra i quali un articolo che introduce la possibilità di demolire e ricostruire singoli edifici modificandone le sagome attraverso la SCIA (una procedura semplificata) in tutte le città compresi i centri storici. I relatori hanno presentato un emendamento che esclude proprio i centri storici e il ministro Massimo Bray si è schierato con loro.

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