Di Maio, un colpo al cerchio (“Giudici si rispettano”) e uno alla botte (“Con Salvini su Diciotti”)

di Redazione Blitz
Pubblicato il 8 Settembre 2018 - 09:12 OLTRE 6 MESI FA
Luigi Di Maio, un colpo al cerchio ("Giudici si rispettano") e uno alla botte ("Con Salvini su Diciotti")

Di Maio, un colpo al cerchio (“Giudici si rispettano”) e uno alla botte (“Con Salvini su Diciotti”) (nella foto Ansa, Salvini mostra la lettera della procura di Palermo)

ROMA – Luigi Di Maio dà un colpo al cerchio e uno alla botte, per usare una espressione stra abusata nella nostra lingua, ma che calza a pannello per la vicenda di Salvini indagato per il caso Diciotti. Il vicepremier, come tutto il M5s, prende le distanze dall’attacco (e dall’atteggiamento di sfida) del collega ai magistrati, ma leggendo tra le righe, Di Maio addolcisce la pillola, dicendo che sulla storia della Diciotti loro (il governo) hanno sostenuto le decisioni di Salvini. Così, da un lato è accontentato l’elettorato (che storicamente mal digerisce chi attacca la giustizia) e dall’altro fa sapere all’alleato che (a differenza per esempio di Fico) lui sostiene la linea sui migranti.

Salvini ha ricevuto la lettera della procura di Palermo in cui è scritto che il ministro dell’Interno è indagato per sequestro di persona aggravato. I fatti sono arci noti: la nave Diciotti carica di migranti fatta attraccare a Catania dal ministero dei Trasporti, con i migranti a bordo per giorni perché il ministero dell’Interno non aveva dato l’autorizzazione allo sbarco sul suolo italiano.

L’iniziativa della magistratura (contro Salvini) era nota da giorni ma, e come era altrettanto prevedibile la comunicazione salviniana si è messa all’opera per trasformare un attacco in un punto a favore: la lettera dei giudici è stata aperta in diretta Facebook. Questo era prevedibile, quello che non era prevedibile era l’attacco frontale ai magistrati, con tanto di sfida: “Non mi fate paura, io sono stato eletto, voi no”, questi più o meno i toni del messaggio.

Parole che hanno allarmato la magistratura, che parla di atteggiamento eversivo, mentre c’è chi ricorre al paragone con i dittatori. Il M5s è nel mezzo e paragona questa uscita alle frequenti invettive anti giudici di Berlusconi: “L’epoca di Berlusconi e del suo rapporto con i giudici è finita”, sono le parole usate sia da Di Maio che da Bonafede, ministro della Giustizia.

Ma il messaggio di Di Maio, se lo si legge con attenzione, è stato calibrato con parole che possono rassicurare il suo alleato: “Sulla vicenda della nave Diciotti sapevamo che le decisioni erano decisioni forti ma noi le rivendichiamo come governo e abbiamo dato il nostro sostegno, detto questo non si può dare sostegno alle accuse ai magistrati”.

E nelle stesse ore anche il presidente Sergio Mattarella aumenta il livello di vigilanza su una vicenda che, essendo il capo dello Stato anche presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, non può non toccarlo. Il Quirinale, per il momento, non interviene, limitandosi a monitorare gli sviluppi dello scontro. Ma le parole con cui il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede commenta l’attacco del vicepremier marcano una presa di distanza del M5S che, in questo caso, potrebbe trovare sponda nei ragionamenti che si fanno sul Colle più alto. Con un’appendice: sin dall’inizio della legislatura il flusso di contatti tra Mattarella e i due partiti alleati è sempre stato più intenso nella direzione proprio del M5S.

La questione, si sottolinea nel Movimento, è prettamente politica laddove dal premier Conte giungono continue rassicurazioni sulla tenuta del governo. Il premier, ancora una volta è in qualche modo costretto a scendere in campo nella veste del mediatore, esortando ad abbassare i toni. Ma, proprio dal punto di vista politico, è un fatto che la vicenda dei fondi della Lega e quella dell’avviso di garanzia per la Diciotti riavvicini Salvini al suo tradizionale alleato, Silvio Berlusconi, allontanandolo da un Movimento che l’ex Cavaliere ha sempre bollato come giustizialista e, per questo, pericoloso.

Del resto, ai vertici dei 5 Stelle, la preoccupazione su un’alleanza con un partito coinvolto in un’inchiesta come quella di Genova e che replica attaccando platealmente i giudici è alta. E il rischio di una ricaduta sull’elettorato palpabile.

Già il giorno prima, subodorando l’incancrenirsi della vicenda giudiziaria sui fondi della Lega, il leader del M5S Luigi Di Maio aveva indirettamente preso le distanze, lanciando proprio con Bonafede il ddl anticorruzione in un Cdm che registrava l’assenza di Salvini e promettendo, in conferenza stampa, lo stop ai finanziamenti “nascosti” ai partiti. E a ciò va aggiunto, come corollario, che lo scontro tra Salvini e i giudici riguarda anche le indagini nei confronti del vicepremier per la vicenda della nave Diciotti. Una vicenda che, all’interno del M5S, aveva irritato l’ala ortodossa del M5S e dalla quale aveva preso le distanze il presidente della Camera Roberto Fico.