Di Maio ha paura e sgancia le Regionali da partita governo

Di Maio REGIONALI
Di Maio ha paura e sgancia le Regionali da partita governo

ROMA – “Non permettete a nessuno di usare queste Regionali per aumentare il peso contrattuale a Roma per il governo. Non ho paura di perdere, ho enorme rispetto di questa regione. Pensare che Mattarella si faccia influenzare dalle elezioni regionali per dare un pre-incarico è anche disonesto intellettualmente”.

Tutte le notizie di Blitzquotidiano in questa App per Android. Scaricatela qui

Tutte le notizie di Ladyblitz in questa App per Android. Scaricatela qui

È a sera, alla fine di una lunga e faticosa giornata che lo porta nel Friuli vicino al voto, che Luigi Di Maio spende parole forti per ‘sganciare’ la partita delle Regionali da quella del governo. E chiude il suo comizio strattonando ancora una volta Matteo Salvini: “deve scegliere o la rivoluzione o la restaurazione restando con Berlusconi”.

Un concetto già espresso al mattino, in una intervista ad quotidiano locale friulano: “Il voto regionale può avere un valore nazionale quando vanno al voto più regioni, di grandi dimensioni e quando il voto è temporalmente distante da un voto nazionale. Qui non c’è nessuno di questi 3 casi. E quindi i risultati elettorali del Friuli Venezia Giulia, come anche quelli del Molise, non possono avere una concreta influenza sulle vicende nazionali”.

In modo chiaro e forte a sera Di Maio nega di avere paura delle regionali, ma pretende che il Capo dello Stato sia messo al riparo da pressioni e da interpretazioni del voto regionale che non devono e non possono contraddire il chiaro pronunciamento del 4 marzo, la pagina bianca scritta dagli italiani dando una al M5s la palma di primo partito.

“Il discorso del terzo uomo a Palazzo Chigi mi preoccupa. Perché uno che ha preso zero voti quanto conterà ai tavoli europei? Io, con tutto il rispetto, sento parlare di nomi come Cottarelli o Severino come favoriti e Di Maio invece che ha preso 11 milioni di voti deve fare un passo indietro?”, riflette. Chi deve scegliere, dunque, scelga. “Perché io non posso fare un governo di cambiamento con Berlusconi, abbiate pazienza”, dice rivolto alla Lega di Salvini.

Mentre il Pd di Maurizio Martina, deve “scegliere se restare all’opposizione o mettere insieme dei punti” su cui dialogare. “Credo che la XVIII legislatura si avvierà a breve, nella sua completezza”, sono tuttavia le parole di ottimismo che Di Maio sceglie per chiudere.

Gestione cookie