Di Pietro: “Idv contro la riforma del lavoro, in aula e nelle piazze”

ROMA, 23 MAR – ''Dal governo una dichiarazione di guerra guerreggiata ai lavoratori e ai giovani. E' la solita presa per i fondelli per milioni di cittadini. Sicuramente dovremo leggere le carte, ma e' gia' chiaro a tutti che e' stata mantenuta la provocazione sui licenziamenti facili''. Lo affermano, in una nota congiunta, il presidente dell'IdV, Antonio Di Pietro, e il responsabile lavoro e welfare del partito, Maurizio Zipponi che annunciano la ''ferma opposizione'' dell'Idv ''in Parlamento e nelle piazze.

''L'art. 18 perde la propria efficacia nel difendere il diritto del lavoratori di rivolgersi a un giudice, chiedendo il reintegro nel posto di lavoro, qualora il licenziamento fosse ingiustificato. Il governo – proseguono Di Pietro e Zipponi – conferma la fattispecie del reintegro, nel caso del licenziamento discriminatorio, e lascia poi al giudice la possibilita' di scegliere tra reintegro e indennizzo nel caso di licenziamento disciplinare. Mentre, se il motivo del licenziamento fosse di natura economica, il giudice, una volta verificata l'inesistenza della ragione stessa, potrebbe solo comminare un indennizzo e non piu' il reintegro. E' una truffa bella e buona ai danni dei lavoratori pubblici e privati. Ci chiediamo, infatti, quale sara' quell'imprenditore che licenziera' per ragioni discriminatorie o disciplinari, invece di utilizzare la comodissima scorciatoia della motivazione economica. Questa decisione del governo Monti e' un via libera ai licenziamenti dei lavoratori scomodi, vuoi perche' malati, vuoi perche' donne con carichi familiari, vuoi perche' anziani, ai quali di recente si e' alzata l'eta' pensionabile. Tra l'altro, l'estensione dell'istituto della CIGS per chi non ce l'ha e' un'altra bufala, visto che esiste gia' dal 2008 la cassa integrazione in deroga proprio per quei settori e quelle piccole aziende che ne erano escluse. L'Italia dei Valori – continuato – conferma la piu' totale opposizione e per questo si battera' fermamente in Parlamento e nelle piazze insieme a precari, disoccupati e ai lavoratori. E' necessario ristabilire cio' che e' scritto in tutte le aule dei tribunali e cioe' che la legge e' uguale per tutti e non solo per i grandi banchieri, per i monopolisti e per coloro che trattano i lavoratori come merce e non come un valore fondamentale per la ripresa economica. Chiediamo al professor Monti di smetterla di prendere in giro gli italiani, dichiarando che questa manovra ce la chiede l'Europa, visto che in tutti i Paesi industrializzati non e' cosi'. Monti sia almeno un po' onesto nell'ammettere che a volere l'abolizione dell'art. 18 sono i banchieri europei, ossia i maggiori responsabili della crisi che stiamo attraversando''.

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