Di Pietro: “Il governo Monti tagli subito i costi della politica”

Pubblicato il 28 Novembre 2011 - 13:44 OLTRE 6 MESI FA

Antonio Di Pietro (LaPresse)

ROMA – ”Monti lo aveva dato come ‘punto cardine’, aspettiamo. Gli consiglio di sfruttare la ‘luna di miele’ con i cittadini ora: fra qualche mese il consenso calera”’. E’ quanto afferma il leader dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, in un’intervista al quotidiano ‘Metro’, rispondendo ad una domanda sui tagli ai costi della politica ventilati dal governo Monti.

Secondo il leader IdV occorrerebbe ”eliminare subito collaborazioni e consulenze inutili, ridurre il numero dei parlamentari, abolire queste benedette province e le comunita’ montane”.

“Di fronte alle nostre coste c’è un mare di sangue e di morte. Ce ne accorgiamo solo raramente quando, come a Brindisi, una delle tante navi della disperazione cola a picco davanti ai nostri occhi. A Brindisi i morti sono stati tre, i dispersi trenta: siamo di fronte ad un massacro quotidiano. Secondo i dati diffusi da varie agenzie i morti e i dispersi nel Mediterraneo, dal primo gennaio di quest’anno, sono stati 2160: duecento ogni mese, sette al giorno. Un eccidio. Uno sterminio”.

E’ quanto scrive sul suo blog il leader dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, che aggiunge: “Io so perfettamente che il problema degli sbarchi clandestini è complesso e non lo si può risolvere con la demagogia. Però so anche che Gesù Cristo ci ha insegnato che dobbiamo dare da mangiare agli affamati e da bere agli assetati. Quella gente che viene da noi lo fa perché ha fame e sete. Non la si può respingere a cannonate e buttarla a mare come stiamo facendo. L’accoglienza e la solidarietà sono i principi cardine di uno Stato democratico e civile”.

“Non si può essere tanto ipocriti – afferma il leader IdV – da fare finta che la responsabilità di queste tragedie sia solo degli sciacalli che commerciano in carne umana e non anche della pattuglie che fanno muro intorno alle coste italiane. Tra la politica dei respingimenti e i criminali scafisti c’è un’oggettiva complicità che ci copre di vergogna. Non si può fare finta di niente quando una delegazione dell’Ue arriva e scopre che a Salinagrande, vicino Trapani, hanno aperto un lager e lo hanno chiamato “centro di accoglienza”.