Di Pietro: “Il Pd è infinocchiato dall’antiberlusconismo. Il premier è come Alì Babà”

«Infinocchiati dall’etichetta “antiberlusconismo”. Ècosì che Silvio Berlusconi, proprio lui, ha fregato l’opposizione trasformandola, ad eccezione dell’Italia dei Valori, in una melassa di facciata a metà tra una meringa friabile e una gelatina che non sta insieme neppure in un barattolo».

Lo scrive il Presidente dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, in un post sul sito dell’Italia dei Valori. «Qui non c’è nessun “antiberlusconismo” -prosegue Di Pietro- c’è una vera e propria lotta contro lo sfascio delle istituzioni portato avanti da un uomo che guida un esercito di assoldati. Senza Berlusconi -aggiunge- la maggioranza si sgretolerebbe come sabbia al vento. Se si vuole impedire che Alì Babà ed i 40 ladroni saccheggino il Paese bisogna buttare giù dal cavallo Alì Babà, c’è poco altro da fare».

«Ebbene, il primo atto di Walter Veltroni, che sancì la caduta del governo Prodi, fu la stretta di mano con Silvio Berlusconi che puzzò di inciucio elettorale. Anche il Capo dello Stato che, in qualche modo, si è cimentato con una “stretta di mano” sulla parola, nel tentativo di trovare un’intesa democratica tra istituzioni e governo, è stato “fregato” e ne sta pagando le conseguenze con feroci ed indiscriminati attacchi orditi da quella viscida mano».

«Ora -scrive Di Pietro- è D’Alema a ricompiere quel gesto. Faccia diversa, stesso copione: anche lui si trova a “stringere la mano” per seppellire l’ascia di guerra, una guerra che questo Pd non ha mai vinto, una guerra che non vuole vincere o non puoò vincere perché, forse, è proprio la guerra che garantisce l’esistenza e la permanenza di entrambi gli schieramenti nel Paese. Seppure la sinistra ha avuto più di un’occasione per buttar giù dal cavallo Alì Babà è sempre scomparsa nel polverone dei 40 ladroni. Poteva farlo con la legge sul conflitto di interessi, poteva farlo adeguando il prezzo delle concessioni televisive dall’inesistente 1 al congruo 30% interrompendo, come era giusto che fosse per lo Stato, il flusso immenso di denaro che ha consentito all’uomo di Arcore di comprarsi la Presidenza del Consiglio per ben quattro volte».

«Alì Babà – conclude Di Pietro – vuole la morte dello Stato. Ora vuole riformare la giustizia della democrazia per creare una sua giustizia oligarchica. Stringere la mano a questo bieco individuo significa stringere un patto con chi ti fregherà; deporre le armi ora significa arrendersi ai golpisti. Cercare il dialogo ora, senza porre come condizione che Berlusconi se ne vada, significa essere traditi. Rifiutarsi di essere tacciati di “antiberlusconismo” -conclude il leader dell’IdV- significa fare il gioco di Alì Babà perché, in questa maggioranza, l’unico a decidere  è lui: Alì Babà».

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