Di Pietro: "Il tempo di Monti scade a gennaio"

ROMA – ''Il governo a fine gennaio ha esaurito la sua opera. Monti c'e' solo per fronteggiare l'emergenza''. Lo dice in un'intervista a Repubblica il leader dell'Italia dei valori Antonio Di Pietro che all'esecutivo tecnico concede al massimo una proroga fino a giugno, per andare al voto dopo il referendum elettorale se venisse accolto dalla Consulta.

''Sul piano personale, professionale e della credibilità c'è una differenza come la notte e il giorno'', afferma Di Pietro paragonando Monti a Berlusconi, pero', aggiunge, ''io voglio vedere i provvedimenti sulla crescita, non le televendite, voglio sapere se ha disdetto l'acquisto dei cacciabombardieri e destinato quelle somme all'occupazione giovanile''.

''A quest'ora – prosegue – le elezioni le avremmo gia' fatte. Invece e' arrivato il governo tecnico che ha prodotto un decreto 'salva Italia', che non ha salvato un cavolo. I fatti sono come pietre e si scontrano con le parole al vento dei tromboni dei partiti interessati. La manovra di Monti è stata insufficiente, inefficace e iniqua: lo spread e' rimasto quello che era, idem gli interessi dei Btp. La manovra si e' rivelata un banalissimo aumento di tasse per quelli che gia' le pagavano. Se si trattava di questo, non c'era bisogno di professori, ne' di una sospensione della democrazia''.

''Con un governo nominato dal presidente della Repubblica, in forma per cosi' dire 'monarchica', il Parlamento si e' limitato a prendere atto supinamente''.

A Enrico Letta, che ha parlato di alleanze con Vendola e Casini, Di Pietro risponde che ''bisogna vedere cosa pensano i cittadini. Noi abbiamo un progetto politico da portare avanti. A maggio si vota in 1.500 comuni e si devono costruire coalizioni. Sono curioso di vedere come e con chi il Pd pensa di farle se vuole governare almeno un'amministrazione''.

Gestione cookie