Di Pietro a Tremonti: “Ma che ci va a letto con la Bce?”

Pubblicato il 11 Agosto 2011 - 12:55 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Se solo non si parlasse di soldi veri, di nuove tasse, di crisi globale ecc… Perché la performance di Antonio Di Pietro in commissione parlamentare è stata davvero esilarante. Mimica, eloquio, concetti: un tornado. Il leader dell’Italia dei Valori, ascoltata la prolusione del ministro Tremonti, quando è venuto il suo turno lo ha attaccato a testa bassa. “Cosa vi ha detto la Bce, voglio vedere il documento, lei ci deve spiegare fino a che punto l’Italia è ancora uno stato sovrano, visto che di fatto siamo commissariati”. Il ministro, fuori microfono, ha provato ad obiettare che era confidenziale. Apriti cielo! “Ma quale confidenziale” gridava Di Pietro, “ma che ci va a letto con la Bce che non può riferirne il contenuto“.

Mentre le sue braccia giravano vorticosamente nell’aria, Di Pietro ignorava il povero addetto che gentilmente cercava di fornirgli un microfono più efficiente. Nonostante gli sbalzi di volume, però, si sentiva forte e chiara l’arringa dell’ex pm. Rosso in volto, gli occhi di fuori, intimava a Tremonti di smetterla di ridergli dietro. “Lei è un cattivo progettista e un pessimo esecutore: due settimane fa ha costruito una casa che oggi deve già ristrutturare”. La chiosa giungeva fulminea: “Il suo governo non è capace di intendere e volere”.

Altro siparietto va in scena con il presidente della commissione, che lo invitava a moderare il linguaggio e mostrare più rispetto istituzionale. Cosa aveva detto Di Pietro? In effetti aveva solo riferito ciò che Bossi, ministro delle Riforme, aveva pochi minuti prima detto entrando in Parlamento: “Con Berlusconi ieri abbiamo parlato di rotture di coglioni”. Testuale, come è nel suo stile. Il presidente della commissione provava una difesa d’ufficio: “Non l’ha detto alla Camera”. Di Pietro incalzava, il braccio teso a indicare un luogo a pochi metri: “L’ha detto lì, proprio lì”.