Diesel, euro 3 bloccati a Roma: se Raggi fa Macron

ROMA – Tra poco più di otto mesi Roma sarà una città diesel-free. Da novembre di quest’anno saranno banditi i diesel euro 3 con un programma a tappe che porterà alla sparizione dei mezzi a gasolio dalla Città Eterna nel giro di meno di 10 anni. Un piano promesso dalla sindaca Virginia Raggi che trova la sua ratio nella lotta all’inquinamento e ai cambiamenti climatici. Una scelta quindi ‘nobile’ e pienamente in linea con le idee del Movimento di cui la sindaca fa parte e il cui guru, Beppe Grillo, da anni propugna un’economia più green. Tutto bene dunque, se non fosse che il movimento dei Gilet Gialli che ormai da mesi agita la Francia sia nato per combattere misure dello stesso tenore volute dal presidente francese Macron. Proprio quei Gilet Gialli cui Luigi Di Maio, collega di partito e da sempre sostenitore della sindaca romana, ha portato solidarietà e sposato le battaglie.

Le incongruenze del Movimento5Stelle non sono più una novità: dall’autorizzazione a procedere per Salvini ai due mandanti, passando per lo spoil system, la deviazione rispetto alla linea originaria dei grillini è un’opzione praticata e spesso condivisa anche dalla base dell’elettorato pentastellato. Questo essere però di lotta e di governo, come si sarebbe detto un tempo, prima o poi presenta il conto. E il conto salato potrebbe arrivare da Roma dove gli amici e gli alleati francesi potrebbero diventare i nemici giurati della giunta grillina. ‘Tu quoque, flavo vetiti…’.

Oltr’alpe i Gilet Gialli sono scesi in piazza, all’inizio, per bloccare le nuove tasse volute da Macron. Tasse che aumentavano il costo della benzina per disincentivare l’utilizzo dell’auto e favorire, di contro, il ricorso ad altri mezzi per gli spostamenti e l’utilizzo di energie alternative, cioè più pulite. L’annuncio di queste misure ha scatenato la pancia dei francesi che da settimane manifestano in modo tutt’altro che pacifico in tutta il Paese.

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Qui a Roma, più a sud, una simile decisione è passata per ora quasi in silenzio. Eppure è ormai ufficiale che i 24mila romani che possiedono un’auto diesel euro3 o inferiore, entro i prossimi 8 mesi, dovranno cambiare macchina perché la loro diverrà inutilizzabile. Questo perché da novembre 2019 i vecchi diesel saranno banditi da una zona di Roma in via di definizione da parte del Campidoglio ma che lo stesso Comune ha annunciato essere sostanzialmente quello dell’anello ferroviario. Ai 24mila in questione vanno poi aggiunti gli altri automobilisti che, da fuori Roma, ogni giorno raggiungono il suddetto anello ferroriviario per andare a lavorare. Loro, da novembre, o avranno una nuova auto o dovranno affidarsi ai mezzi pubblici. E Roma non è esattamente Tokyo in quanto a mobilità pubblica.

I malumori per la novità, annunciata per altro alla Conferenza C40, covano per ora sottotraccia. Se esploderanno in versione nostrana dei Gilet Gialli lo vedremo in poco tempo. E allora sarà interessante vedere se il Movimento riuscirà ad essere ancora di lotta e di governo.

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