Tremonti “coniglio dei ministri” assente, Berlusconi e Pdl furiosi

Giulio Tremonti non era al suo posto per il voto su Milanese

ROMA – E’ più o meno mezzogiorno del 22 settembre, Marco Milanese è stato appena “salvato” dall’arresto, ma alla Camera si parla di altro: il posto vuoto del ministro Giulio Tremonti. Nel giorno in cui il suo ex collaboratore aspettava il verdetto dell’Aula che potevo spedirlo dritto in galera, il ministro dell’Economia non c’era, causa impegno internazionale.

Subito i mormorii si sono fatti sempre più serrati -raccontano i retroscena dei giornali- il diretto interessato è “nauseato”, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi furioso. Ai suoi il premier lascia lo sfogo dopo una telefonata con Tremonti:  “È un’indecenza, vi autorizzo io a dirlo ai giornalisti, ho controllato io stesso gli aerei, c’erano altri voli di linea e poteva anche prendere un volo di Stato, un volo che è autorizzato a fare un’altra rotta, gliel’ho detto io stesso, avrebbe anche risparmiato del tempo. Lui mi ha risposto che non poteva”.

E ancora poco dopo arriva il gelo: “Se non ci fosse questa bufera sui mercati, avrei già fatto l’unica cosa da fare: chiedergli di andarsene”.

Mentre i nemici del ministro dell’Economia si scatenano con gli insulti, lui è già in volo per Washington, per una riunione del Fondo monetario internazionale. Il Pdl non contiene la rabbia, visto che per appena sei voti è riuscito a salvare il suo deputato.

Alle agenzie di stampa viene inviato un commento durissimo dal partito: “Quello di Tremonti è un atto immorale” . Berlusconi non si contiene, ce l’ha con lui, gli aveva persino chiesto di prendere un volo di Stato un po’ più tardi e rimandare il volo.

“Esiste un problema serio, Tremonti va in giro in Europa a dire che la credibilità dell’Italia è peggiorata per colpa mia, per le modifiche che ho inserito alla manovra. È una cosa inaccettabile. Un ministro che non segue le indicazioni del suo partito, che non dà le dimissioni dopo tutto quello che è successo, crea una situazione imbarazzante. Io la manovra l’ho solo migliorata e se mi avesse dato ascolto sin dall’inizio sarebbe stato tutto diverso”.

Nemmeno il leghista Roberto Calderoli difende più il titolare dell’Economia, tutti i ministri prendono le distanze da quell’assenza scomoda al governo. Tremonti finisce di fatto sotto un processo morale, pubblicamente l’apripista è stata il sottosegretario Daniela Santanché: ”E’ umanamente vergognoso che il ministro Tremonti oggi non fosse in aula. Nella vita, come in politica, bisogna essere uniti nella buona e nella cattiva sorte. Noi ci abbiamo messo la faccia in nome del garantismo e in difesa delle prerogative del Parlamento. Non abbiamo visto la sua ed è ingiustificabile”.

Il quotidiano il Giornale attacca ancora 24 ore dopo: “La fuga nel giorno del giudizio, Giulio il coniglio dei ministri”.

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