ROMA – Mario Monti con noi, gli altri “non contro”. Pier Luigi Bersani formula il suo piano convinto di non chiedere “l’impossibile”. Chiede a Mario Monti e a Scelta Civica un’intesa (che non basterebbe comunque a dargli la maggioranza) e agli altri partiti di non mettersi di traverso.
Alla direzione del Pd Bersani spiega: “Chiediamo a Pdl-Lega di uscire da ambiti che sono un cascame della campagna elettorale e chiediamo al Movimento 5 Stelle, in un momento decisivo per il Paese, se vogliono essere una comunità segregata o una forza politica che si prende qualche responsabilità, nei limiti in cui può prenderserla. Per il Paese”.
Perché, è la posizione di Bersani, la situazione del Paese è “drammatica”. “Gli incontri con le parti sociali – spiega Bersani ai suoi – ci portano davvero a dire che questo Paese è veramente nei guai. E tutte le leggerezze sono destituite di ogni fondamento: non ci sono dividendi dell’austerità. Nei prossimi mesi la situazione vede a giugno e luglio arrivare Imu, Iva e Tares e non ci sono gli ammortizzatori. Per non parlare dei Comuni e dei problemi del Mezzogiorno. Il Pd si mette al servizio del Paese per dare un governo. E lo facciamo con tutta la buona volontà”.
Sul Quirinale, in ogni caso, non si tratta: “Non mescoliamo temi ultronei, non portiamo le nostre istituzioni a questo livello. Non mi si parli di scambi, siamo disponibili a ragionare, con assunzione comune di responsabilità. Così come, spiega Enrico Letta, no ad elezioni anticipate. La teoria di Letta è che non si può risolvere la questione come in Grecia. Vista la legge elettorale il rischio di ingovernabilità dopo il voto sarebbe comunque altissimo.
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