ROMA – Una discarica che a Roma serve e che non si riesce ad individuare: un rebus che alla fine ha spinto il prefetto Giuseppe Pecoraro a dimettersi. ”Pecoraro ha ritenuto di confermare le sue dimissioni dall’incarico di Commissario delegato” per l’emergenza rifiuti a Roma. Ora il governo, in un comunicato, ha spiegato che l’incarico passa al Prefetto Goffredo Sottile. Le dimissioni di Pecoraro significano che individuare il sito per una discarica, a Roma come altrove, è compito improbo. A dire il vero la soluzione dell’ex prefetto aveva scontentato tutti: i cittadini come il sindaco di Roma fino al ministro per i Beni Culturali. Sito individuato: Corcolle. Ovvero una discarica a 1 chilometro da Villa Adriana, la casa dell’imperatore Adriano a Tivoli, un gioiello di rara bellezza. E forse, davvero, non era il massimo.
Ma il problema, ora che Pecoraro si è dimesso, resta aperto. Ogni volta che un prefetto o un sindaco provano a fare qualche nome per trovare un sito, ecco che sindaci e movimenti iniziano la loro battaglia. Perché discariche e inceneritori sono “tumorifici”, secondo la definizione di Pizzarotti a Parma, e nessuno li vuole a casa sua. E i rifiuti finiamo per darli all’estero pagando milioni di euro. Come fa Napoli con l’Olanda: un accordo di due anni, 190 euro a tonnellata per 250mila tonnellate totali. Totale: 27 milioni e 250mila euro. Tanto paga Napoli pur di non avere un altro inceneritore o un’altra discarica. E Roma? Nella capitale c’è Malagrotta che però non basta più, è troppo carica. Un nuovo prefetto individuerà un nuovo sito e lì ricomincerà la danza dei comitati di cittadini e dei sindaci. E forse, a quel punto, anche Roma troverà più conveniente buttare milioni, e rifiuti, in Olanda.