Dl Rave, ghigliottina alla Camera, stop alla discussione: unico precedente, presiedeva Boldrini. Come funziona

La ghigliottina è il traumatico espediente regolamentare a disposizione del Presidente della Camera

di Redazione Blitz
Pubblicato il 30 Dicembre 2022 - 17:16 OLTRE 6 MESI FA
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Il Presidente della Camera Lorenzo Fontana (Ansa)

Dl Rave, ghigliottina alla Camera, stop alla discussione. Dl Rave: il Presidente della Camera Lorenzo Fontana ha annunciato di porre immediatamente in votazione il decreto.  In pratica, come si dice, il presidente della Camera ha fatto scattare la “ghigliottina” temporale alla discussione parlamentare sul decreto.

Dl Rave, ghigliottina alla Camera, stop alla discussione

“Constatato il numero di interventi e preso atto della impossibilità di un orario condiviso sulla conclusione dell’esame del decreto in scadenza oggi. Come annunciato in precedenza, considerato che tutte le fasi del procedimento si sono svolte e tutti i gruppi hanno pronunciato una dichiarazione di voto mi vedo costretto nell’esercizio delle mie responsabilità a porre immediatamente in votazione il decreto legge al fine di assicurare che la conversione avvenga nei tempi costituzionali”.

Ghigliottina, cos’è

La ghigliottina è il traumatico espediente regolamentare in base a cui la presidenza della Camera può decidere di porre in votazione un decreto legge nell’imminenza della scadenza anche se non se ne è ancora esaurito l’esame ordinario: è la seconda volta ad accadere nella storia repubblicana.

Anche se più volte minacciata, la prima ghigliottina la mise Laura Boldrini, allora presidente della Camera, il 29 gennaio 2014 sul decreto legge Imu-Bankitalia, dopo l’ostruzionismo del M5S al provvedimento che aveva messo a rischio la conversione in legge

Unico precedente, presiedeva Boldrini

Fu durante la presidenza Violante che si pose il tema se – sui decreti legge – potesse configurarsi o meno il tema della “ghigliottina” distinto dal “contingentamento”.

Ci si domandò, insomma, se, all’approssimarsi della scadenza dei 60 giorni (entro cui da Costituzione il decreto dovrebbe essere convertito) la Presidenza, a prescindere dal previo contingentamento della discussione, potesse mettere ai voti il disegno di legge di conversione.

E la risposta che venne data, sia durante la presidenza Violante, sia durante quella di Casini, fu affermativa. Ma nessuno applicò mai la regola. Fino alla Boldrini.