Donne col pene, gran dilemma laburista. A quando dibattito Letta-Conte-Fratoianni?

I fatti hanno una loro crudezza e l’ultimo fatto è che il partito laburista, il Labour britannico si è impegnato nella risoluzione di un dilemma giudicato pressante: le donne col pene ci sono (in subordine, sono se col pene donne a tutto titolo?). Dalla risoluzione del dilemma ne consegue una politica dei bagni pubblici, nonché della pubblica e privata toponomastica anagrafica. Senza dimenticare le notevoli implicazioni nel diritto di famiglia e, perché no, anche nelle specifiche misure di welfare di genere. Sì, proprio così: la sinistra britannica ha all’ordine del giorno del suo dibattito e nelle urgenze e gerarchie delle sue sensibilità la fenomenologia sociale delle donne col pene.

Non a caso in Gb, che pure arriva buona seconda

La sinistra britannica, che pure arriva buona seconda. Negli Usa la sinistra una volta liberal oggi molto dogmatica conferisce non solo grade importanza ma addirittura trova elemento identitario di se stessa nella identificazione, tutela e promozione delle identità sessuali, preferibilmente quelle auto percepite. L’eterosessualità è una normalità che va però tenuta a bada. La stessa omosessualità se canone fisso appare appunto conservatrice. Libertà è fluidità, ma una società e una cultura come quella formatasi nella storia profonda americana conservano caratteristiche bigotte anche nella versione iper progressista. Di qui l’ansia, bigotta, di comandamenti e prescrizioni secondo dottrina e liturgia politicamente iper corretti. Talmente corretti da diventare dogmi. Dogmi che impongono la cancel culture, dogmi che impongono ricorrenti “concili” sulla natura, essenza, forma e sostanza delle identità sessuali. Dunque, la dona col pene è fenomeno o noumeno? 

Vento anglosassone, solo spifferi. Per ora

Questo vento da sinistra anglosassone per ora da noi spira solo come piccolo spiffero. Ma non è detto resti tale. Da quando la sinistra europea ha perso la “classe”, l’identità derivante da classe e ceto sociale di riferimento, ha acquisito l’identità dei “diritti sociali”. Su questa strada ha individuato e difeso e garantito diritti sociali quali quelli della procreazione cosciente, quelli del divorzio, dell’aborto, e molti altri diritti inerenti alla libertà dell’individuo, anche e soprattutto se l’individuo fa parte di minoranze misconosciute se non represse. Su questa strada però la sinistra sta prendendo, ha preso ulteriore deviazione: da identità legata ai diritti sociali a identità legata ai bisogni. Qualunque e comunque bisogni ipostatizzato sempre e comunque a diritto. Su questa strada, se percorsa, c’è anche un dibattito Letta-Conte-Fratoianni sulle donne con il pene.

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