Caso Marrazzo. I trans regnano in via Gradoli, dove fu la prigione di Moro: “Qui viavai di politici e attori”

Caccia al transessuale

Un condominio in una zona elegante della capitale, una strada tranquilla a Roma nord, via Gradoli. Due palazzine di quattro piani. Qui, in un appartamento, il presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo è stato filmato mentre si incontrava con un transessuale. Qui nel 1978 fu scoperto un covo delle Br utilizzato dai terroristi come base per il sequestro di Aldo Moro.

Lo stesso condominio, 31 anni dopo, racconta una storia diversa. Ora nell'”alveare”, come lo chiamano da queste parti, abitano soprattutto trans. La maggior parte brasiliane. “Di politici e attori ne abbiamo visti e conosciuti tanti” dicono Daniela, 38 anni, e Sonia, 21 anni, entrambe italiane e transessuali.

Qui nell’alveare abitano moltissimi transessuali, quasi tutte sudamericani che vivono in appartamenti, garage e anche scantinati utilizzati per gli incontri con i clienti. “In pochi metri quadrati arrivano a starci anche in dieci – racconta Daniela – Sono per lo più brasiliani, anche Natalie, il trans che avrebbe avuto il rapporto con il presidente Marrazzo, è brasiliana ed ha circa 30 anni”. Daniela e Sonia assicurano di non aver mai visto Marrazzo nel condominio ma “di vip qui ne vediamo tanti: professionisti, attori e politici sia di destra che di sinistra”.

Secondo quanto affermano le due tutti preferiscono le brasiliane perché “non hanno nessuna remora a non utilizzare il preservativo e dicono sì ad ogni richiesta, anche la più strana”. Per le due comunque una cosa é certa: “Marrazzo non avrà certo speso 2.000 euro, qui per pochi spiccioli si fa tutto ma se c’è cocaina o droga i clienti sono disposti a pagare anche 1.500 euro a notte”.

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