Dpcm Natale, Regioni valutano chiusura confini per evitare l’esodo degli sciatori verso la Svizzera

Dpcm Natale, Regioni valutano chiusura confini per evitare l’esodo degli sciatori verso la Svizzera.

Il prossimo Dpcm non permetterà alle Regioni alpine (e non solo, anche l’Abruzzo ha fatto una richiesta simile), di aprire gli impianti. 

Le Regioni hanno proposto di aprire gli impianti per chi ha una seconda casa ed anche per chi dorme almeno una notte in hotel, impedendo così lunghe code sulle piste che porterebbero inevitabilmente all’assembramento. 

Il Governo però ha fatto sapere che gli impianti non verranno riaperti ed ha già avviato le procedure per concedere i ristori. Dello stesso avviso la Francia e l’Austria. La Svizzera ha invece deciso che non chiuderà i suoi impianti durante le festività natalizie. 

Esodo degli sciatori verso la Svizzera? 

Le Regioni però temono che al danno si sommi la beffa.

A dirlo è Giovanni Toti, il governatore della Liguria: “Non vorremmo subire oltre al danno anche la beffa di tenere chiuso il nostro arco alpino e vedere persone che vanno altrove in vacanza e poi rientrano magari importando il contagio“.

“Vorremmo comprendere se oltre le zone rosse, arancioni e gialle è possibile immaginare anche una zona dove ci sono ulteriori possibilità economiche se i dati del contagio lo consentiranno”.

Regioni propongono la chiusura dei confini nazionali

Per evitare la beffa e il dilagare del contagio di ritorno, Toti ha spiegato che “le Regioni si sono interrogate sulla possibile chiusura dei confini nazionali per evitare che il nostro pubblico vada a sciare in Svizzera, Slovenia o Austria. Vedremo come si comporterà la Francia”.

Toti lo ha detto al termine della Conferenza delle Regioni riferendosi a quanto anticipato dal premier Giuseppe Conte la scorsa settimana, ossia l’intento di tenere chiuse le stazioni sciistiche fino alla fine delle festività natalizie.

In attesa del confronto con il Governo sul nuovo decreto del presidente del Consiglio dei ministri che dovrebbe entrare in vigore il 4 dicembre, Toti ha spiegato: “Il principio del divieto di assembramento deve essere il cardine del prossimo Dpcm, anche per un criterio di mera equità rispetto alle varie attività”.

“E’ poco convincente che in alcune attività si possa creare un assembramento anche involontario, come accaduto nello shopping, e si vietino attività che ne provocano meno”.

“Torneremo a chiedere ristori per le categorie che soffriranno per un Natale condizionato dalle misure restrittive, chiediamo che ci sia una campagna di informazione importante.

Impianti sciistici chiusi a Natale anche in Austria

Dopo Italia e Francia, anche l’Austria non permetterà la riapertura degli impianti da sci ancora prima di Natale.

Alla fine il governo di Sebastian Kurz ha preso atto dei numeri e ha deciso lo stop al turismo durante le festività.

Gli impianti di risalita saranno in funzione per i residenti ma i ristoranti e gli alberghi resteranno chiusi.

Nei giorni scorsi governo e Laender avevano promesso la ripresa del turismo in tempo per le settimane bianche nonostante il pressing di Italia, Francia e Germania per uno stop comune europeo dello sci durante le feste.

L’Austria si trova però ancora in lockdown totale e nel fine settimana partiranno in alcuni Laender i test a tappeto che entro l’anno dovrebbero essere estesi all’intera popolazione.

Ma la strada è lunga e i dati dei contagi – a giudizio del ministro della Salute Rudolf Anschober – sono ancora troppo alti.

Il turismo invernale tirolese vive per il 70% di clienti che provengono da Paesi che attualmente sconsigliano viaggi verso l’Austria: riaprire senza tedeschi e olandesi sarebbe stato difficile. Gli impianti di risalita, come detto, saranno comunque attivi per i residenti.

Le funivie in Austria sono considerate mezzi pubblici e la convenzione impone la messa in funzione ma si sta valutando di limitarne l’attività (per ridurre i costi) in mancanza di turisti (fonte: Ansa, AdnKronos, Corriere del Ticino). 

 

 

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