Draghi fiducia in Senato con 262 voti, 19 in meno della "quota Monti": M5s, 15 dissidenti e 8 assenti Draghi fiducia in Senato con 262 voti, 19 in meno della "quota Monti": M5s, 15 dissidenti e 8 assenti

Draghi fiducia in Senato con 262 voti, 19 in meno della “quota Monti”: M5s, 15 dissidenti e 8 assenti

Mario Draghi ottiene la fiducia al Senato. Era ovvio, scontato. Ciò che è interessante in questa votazione sono i numeri. Quelli assoluti, certo, e quelli del M5s in particolare. Perché il Movimento si è spaccato, e anche questo si sapeva. Ma quanti sono i dissidenti M5s? 15 si sono dichiarati contrari in Aula. 8 erano assenti al momento del voto.

Dunque, ricapitolando, il governo Draghi ottiene 262 sì. Tanti. Ma meno di quanto ottenne Monti nel 2011 (281 voti). E meno anche del quarto governo Andreotti. Ma 262 sono sufficienti per salire sul podio dei governi più votati della storia d’Italia. 

Draghi, fiducia al Senato: 262 voti ma non raggiunge la quota Monti

La fiducia al governo di Mario Draghi al Senato non riesce a sfondare la “quota Monti“, distante 19 voti. Complice l’opposizione annunciata e solitaria di Fratelli d’Italia, la squadra dell’ex presidente della Bce vanta comunque numeri record. Cioè 262 sì, 40 no e due astensioni. Meglio di lui hanno fatto appunto solo Monti nel 2011 e il governo Andreotti IV nel 1978 con 267 sì.

Draghi, fiducia al Senato: chi sono gli astenuti

Gli astenuti sono stati Tiziana Drago del gruppo Misto, ex M5s, e Albert Laniece delle Autonomie.

Fiducia Draghi al Senato: chi ha votato contro in M5s

Contrari invece tutti i 19 senatori di Fratelli d’Italia e 15 del del Movimento 5 stelle. A spiccare sono proprio i cosiddetti “dissidenti” grillini, più della decina prevista nei giorni scorsi. Si tratta di Laura Granato, Virginia La Mura, Elio Lannutti, Barbara Lezzi, Matteo Mantero, Cataldo Mininno, Vilma Moronese, Nicola Morra, Fabrizio Ortis, Rosa Abate, Laura Angrisani, Mattia Crucioli, Silvana Giannuzzi, Fabio Di Micco, Margherita Corrado.

In sostanza, a parte 2 assenti giustificati (Orietta Vanin in congedo e Francesco Castiello in missione) e altri 6 che non hanno partecipato al voto (Giuseppe Auddino, Elena Botto, Antonella Campagna, Emanuele Dessì, Vincenzo Garruti, Simona Nocerino), i favorevoli del M5s sono stati 69 sui 92 complessivi.

Fiducia Draghi al Senato: M5s spaccato

Anche se resta il gruppo più numeroso al Senato con 92 parlamentari, segna un netto calo di consensi rispetto ai tre governi precedenti. Dal 2018 a oggi tra espulsioni e addii il Movimento ha ‘perso’ 15 senatori, più due deceduti (Franco Ortolani nel 2019 e Vittoria Bogo Deledda nel 2020). In particolare, nel primo esecutivo di Giuseppe Conte, il 5 giugno 2018 votarono sì tutti i 109 senatori (tanti formavano allora il gruppo M5s a Palazzo Madama).

Per il Conte bis, votato in Aula il 10 settembre 2019, si schierarono 106 senatori M5s, mentre Gianluigi Paragone si astenne (all’epoca nei 5S, è stato espulso a inizio 2020) e altri due erano assenti. Uno di loro era Lello Ciampolillo, protagonista a gennaio del voto in extremis a Conte pre crisi (oggi ha votato no). 

Il capogruppo del Movimento a Palazzo Madama Licheri avverte comunque che quella targata 5s non è una fiducia incondizionata “Non dia mai per scontato il nostro sì perché noi, mi permetta questa licenza verbale, le romperemo le scatole”, ha dichiarato in Aula.

 

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