Draghi onnipotente? Italia già inadempiente nel contratto con la Ue

di Lucio Fero
Pubblicato il 24 Settembre 2021 - 08:52 OLTRE 6 MESI FA
Draghi onnipotente? Italia già inadempiente nel contratto con la Ue

Draghi onnipotente? Italia già inadempiente nel contratto con la Ue FOTO ANSA

Settembre 2021 è alla fine e siamo al 21% e al 30% del pattuito entro l’anno. Al 21% e 30% di cosa e siamo chi? L’Italia ha stipulato e sottoscritto un contratto con la Ue: da una parte duecento circa miliardi all’Italia dal 2021 al 2026, dall’altra la realizzazione di riforme e la “messa a terra” di investimenti. Non è un semplice patto politico, è un contratto vincolante. Si preferisce chiamarlo Pnrr o Recovery e non si sbaglia, però si occulta un po’ la sostanza: il contratto va rispettato.

Quale la garanzia che l’Italia onori il contratto? Una sola e sostanziale ne viene offerta e accettata: Mario Draghi. Tutto il resto, sistema politico e istituzionale, Pubblica Amministrazione, pubblica opinione, insomma sistema paese non costituiscono garanzia, anzi. Ma a settembre 2021 il sistema paese, pur in presenza di Mario Draghi alla guida del suo governo, ha realizzato il 21% degli investimenti e il 30% delle riforme su cui si era impegnato nel contratto con la Ue.

Un quinto e un terzo di investimenti e riforme

Sistema paese va lento, già al primo anno del contratto miliardi in cambio di riforme e investimenti rasenta l’inadempienza. Parlamento lento, Pubblica Amministrazione lenta, sistema istituzionale fatto a misura di rallentatore. Politiche attive del lavoro ad esempio, cioè soldi dall’Europa per trovare lavoro a chi non lo ha e trovare lavoratori per aziende che li cercano.

In Italia gli uffici del lavoro sono regionali ed è consenso generale non funzionino. Ma Regioni e ministro Orlando vogliono riempire d’acqua (i miliardi) una vasca bucata (le strutture regionali). Oppure la concorrenza: una legge che consentisse reale concorrenza in materia di concessioni, demanio marittimo, commercio ambulante, trasporti e servizi pubblici troverebbe (troverà) l’opposizione ferma di Leu, Pd, M5S, Lega, FdI, Fi…Si va lenti non per caso, si va lenti molto perché non si vuole andare e un po’ perché di andare non si è capaci.

Draghi: le cose si fanno perché si deve

Draghi ha detto: si fanno le cose che si devono fare, anche se impopolari. E’ l’essenza del governare. Ma una essenza che il cavallo Italia non beve. Si deve fare quel che si deve, già. Ma chi lo fa? In Italia sistema politico, sindacale e amministrativo sono renitenti alle riforme. E non da oggi. E l’onnipotenza di Draghi è più invocata che sperimentata. Confindustria e il mondo delle imprese hanno appena finito di definire Draghi “uomo della necessità” (contrapposto a quelli della provvidenza e quelli del possibile, nefasti i primi, inutili i secondi). Ma quel misero 21% di investimenti e 30 per cento di riforme fatti finora di quanto dovremmo fare entro dicembre ci dicono che l’onnipotenza di Draghi più di tanto non può.