Election day, Pdl non vuole il voto a febbraio e minaccia di staccare la spina

Election day, è tira e molla: il centrodestra non vuole il voto a febbraio

ROMA – Il centrodestra protesta contro la decisione del ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri di far votare nel Lazio, nel Molise e in Lombardia il prossimo 11 febbraio. Angelino Alfano parla di “scandalo” e annuncia battaglia, arrivando anche a minacciare di staccare la spina al governo: “Così non si va avanti”. Pierferdinando Casini e Gianfranco Fini usano toni più pacati e parlare di “preoccupazione”. Al loro fianco anche la Lega, che ha annunciato di voler presentare un emendamento alla legge di stabilità “in cui è previsto, grazie all’election day, un risparmio di cento milioni di euro per le casse dello Stato da destinare a famiglie e imprese”.

Anche per Alfano la questione è economica: “In tempi di gravissime ristrettezze fare un unico election day comporterebbe un risparmio di 100 milioni”. L’Udc e Fli insistono invece soprattutto sui rischi di una campagna elettorale lunga da oggi a maggio, quando dopo le politiche si voterà anche per il nuovo sindaco di Roma. Spiegazioni che non convincono però il Pd, certo che dietro i rifiuti del centrodestra si nasconda in realtà un tentativo di prendere tempo per risolvere le divisioni del Pdl e le indecisioni dei centristi.

“Il governo rimedi ad un errore grossolano e madornale. Il Pdl non può dire di sì“, dice Alfano. “Il gioco di Bersani è inaccettabile ed è inaccettabile che il governo si metta ai suoi piedi. Il governo non può piegarsi al calcolo cinico di Bersani e del Pd”, aggiunge. “In questo modo – insiste – si condanna l’Italia a cinque mesi estenuanti di campagna elettorale. Il governo non si può mettere in ginocchio ai piedi di Bersani. Si tratta di una tassa di 100 milioni di euro per anticipare di 50 giorni le elezioni proprio mentre in queste ore si fa fatica a trovare i soldi per gli alluvionati. Siamo in una fase di difficoltà e il Pdl non può dire di sì”.

La replica del Pd all’attacco del segretario del Pdl non si è fatta attendere. “Un centrodestra affogato nei litigi interni, incapace di scegliere non un candidato premier, ma anche soltanto un metodo di selezione, vorrebbe far annegare l’intero Paese”, dice Michele Ventura, vicepresidente dei deputati del Pd. “Capiamo – prosegue – che in casa Pdl sia complicato sciogliere, oltreché il nodo della leadership, anche quello di chi sottoporre al giudizio degli italiani nella prossima primavera. Se, in tutto questo, devono anche capire chi candidare in Lazio, Lombardia e Molise, potrebbero non implodere, com’è sotto gli occhi di tutti, ma disintegrarsi. Tutto questo, però non significa che Alfano e i suoi abbiano il potere di bloccare tutto e tutti come stanno già facendo sulla legge elettorale. Il governo non ceda alle pressioni: non si possono lasciare senza governo queste regioni per i biechi interessi di una parte politica che stava mandando l’Italia in rovina”.

 

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