Election day a marzo più vicino. Consiglio di Stato accoglie ricorso Polverini

ROMA – Elezioni a marzo più vicine. Il Governo potrà tentare più agevolmente la mediazione per accorpare elezioni politiche e regionali (election day) disinnescando la minaccia Pdl del ritiro della fiducia all’esecutivo. Il Consiglio di Stato ha rimosso anche gli eventuali ostacoli legali. E’ stata sospesa in via cautelare la sentenza del Tar del Lazio che imponeva alla presidente della Regione Renata Polverini di indire le elezioni entro fine settimana. Il Consiglio di Stato ha accolto, con decreto monocratico, la richiesta di sospensiva avanzata da Renata Polverini nel ricorso contro la sentenza di primo grado.

Marzo resta dunque il punto di mediazione per indire le elezioni politiche in concomitanza con il rinnovo dei consigli regionali. La pronuncia del Consiglio di Stato apre le condizioni perché le Regioni non restino governate da consigli sfiduciati fino ad aprile evitando la fine prematura del governo Monti, proprio perché sulla guerra delle date per la prima volta rischiava seriamente di cadere. A questo punto il primo week end di marzo (3 e 4 marzo) verosimilmente sarà la data più probabile per le prossime elezioni.

Il Consiglio di Stato ha deciso attraverso un decreto, ravvisando le condizione di “estrema gravità e urgenza, tale da non consentire neppure la dilazione fino alla data della camera di consiglio”. E nel documento spiega che le ragioni della sospensione cautelare della sentenza del Tar impugnata dalla Polverini: se infatti anziché una sospensiva per decreto con successiva camera di consiglio, il Consiglio di Stato avesse optato per fissare direttamente una camera di consiglio – si legge nel testo – “nelle more della decisione collegiale della domanda cautelare, la necessaria esecuzione della sentenza impugnata da parte della Presidente della Regione, ovvero del commissario ad acta in via sostitutiva, arrecherebbe all’appellante Regione un pregiudizio di estrema gravità quanto ai termini per l’esercizio del potere di indizione delle elezioni e ai contenuti che – a suo avviso – il provvedimento potrebbe avere è finalizzata ad evitare”. Per questo, aggiungono i giudici amministrativi, “ricorre dunque un caso di estrema gravità e urgenza, in relazione al fine di evitare che la pronuncia collegiale sulla domanda cautelare intervenga quando le situazioni soggettive dedotte in giudizio sono state pregiudicate ed anche all’esigenza che il procedimento elettorale abbia inizio con un provvedimento dotato di stabilità”.

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