Lega con i ‘fasci’, Fli coi ‘rossi’: incesti della campagna elettorale

ROMA – Ci sta la Lega che a Cantù si apparenta con la Destra, Fli che a Parma si allea con i “comunisti”, Rutelli che a Verona molla Casini e va con la Lega, a Taranto c’è il sindaco uscente che si professa comunista ma viene abbandonato da Prc e Pdci e appoggiato da Idv e Udc. Prove di “incesti” politici in campagna elettorale,  in vista delle elezioni amministrative del prossimo 6 maggio.

Se ne vedono di tutti i colori, alleanze che fino ad oggi non solo non si erano mai viste, ma nemmeno mai immaginate. L’ultimo esempio arriva da Parma, dove nella stessa coalizione si trovano Fli, il partito dell’ex missino Gianfranco Fini, e i comunisti italiani di Oliviero Diliberto, fresco di fotografia assieme alla signora con la maglietta “Fornero al cimitero“. Questo perché un folto gruppo di dirigenti di Fli guidati dal coordinatore provinciale Antonio Rozzi ha scelto di sostenere il candidato sindaco del Pd Vincenzo Bernazzoli, sostenuto anche da tutto il centrosinistra, comunisti compresi.

La stessa cosa capita anche a Comacchio, nel ferrarese, Fli finisce a stare con la sinistra, il candidato sindaco del Pd, e di tutto il centrosinistra.

A Verona invece è Francesco Rutelli e il suo Api che si smarcano da Pier Ferdinando Casini e Gianfranco Fini per allearsi con la Lega. O meglio, per sostenere il candidato sindaco leghista (ma che ultimamente con i vertici della Lega ha avuto diversi problemi) Flavio Tosi. La spiegazione di Rutelli è stata che “Tosi ha dimostrato di essere un buon sindaco, Verona è bene amministrata, anche perché quando di recente il presidente Napolitano ha fatto visita alla città, il sindaco lo ha accolto con le insegne civiche esposte”, non quelle padane… All’Aquila però capita tutto il contrario: l’Api sta con Massimo Cialente, sempre il sindaco uscente, ma di centrosinistra.

A Cantù, in Brianza, invece capita che la Lega si sia alleata con i “fasci”: il candidato sindaco della Lega, Nicola Molteni, va a braccetto col fiduciario locale della Destra di Francesco Storace e Teodoro Buontempo. Ma Umberto Bossi non diceva un tempo: “Mai con i fascisti?”.

Ma è a Taranto l’incesto più bello. Nella città pugliese si ricandida il sindaco uscente Ippazio Stefano, un “comunista doc”, tuttora seguace di Enrico Berlinguer. Da chi viene sostenuto? Dall’Italia dei Valori e da niente di meno che l’Udc di Casini. Peccato che, invece, lo abbiano mollati Rifondazione comunista e il Partito dei comunisti italiani.

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