Pdl e Lega perdono ai ballottaggi, svolta a sinistra per 17 comuni lombardi

ROMA – La Lombardia svolta a sinistra. Como e Monza, comuni dove il Pdl era di casa, eleggono i candidati del Pd. In Lombardia sono 17 su 21 i comuni passati ad un candidato di centrosinistra. Il Pdl ammette le sue colpe: “Non abbiamo ascoltato il territorio”. Anche la Lega Nord perde tutti i ballottaggi che si era assicurata il 7 maggio. Roberto Maroni, dopo la perdita di 5 comuni in Lombardia e 2 in veneto, ammette: “Paghette e lauree hanno fatto giustamente arrabbiare gli elettori”.

A Como il candidato del centrosinistra Mario Lucini ha vinto ai ballottaggi delle elezioni comunali con uno schiacciante 74,9 percento, mentre la candidata del Pdl Laura Bordoli si ferma al 25,1 percento. Dopo 20 anni di sindaci di destra, da Forza Italia al Pdl, il comune di Como sceglie a sinistra il suo sindaco. Parole amare quelle della Bordoli, che così commenta il voto: “Avrei potuto tirarmi indietro dopo la spaccatura del partito, riconoscendo che non c’erano più le condizioni per la mia corsa, ma non l’ho fatto”.

Anche Monza è uno dei 17 comuni lombardi della svolta. Il candidato di Pd, Sel e Idv Roberto Scanagatti vince con il 63,4 percento delle preferenze, mentre il farmacista di Pdl e La destra Andrea Mandelli ottiene il 36,6 percento di voti. Mandelli dichiara: “Il Pdl ha dilapidato un patrimonio di voti storico per il centrodestra e le colpe non sono solo dell’appoggio a Monti, ma anche scelte scellerate fatte da vertici del partito, sia regionali che provinciali, a partire dalle questioni urbanistiche”.

Analogo parere sulle comunali di Monza da Dario Allevi, presidente della Provincia, che afferma: “Una delusione cocente e qualcuno ci deve delle spiegazioni perché noi avevamo messo tutti in guardia molto prima del voto. Il problema è che in questo partito troppo spesso le decisioni vengono calate dall’alto. Perché non ascoltiamo il territorio e chi conosce il sentire della nostra gente?”.

Risultato amaro anche per i candidati della Lega Nord, che perde tutti e 7 i suoi ballottaggi tra Veneto e Lombardia. Per Maroni l’elettorato è “giustamente arrabbiato” per le indagini che riguardano Umberto Bossi, leader del Carroccio, i suoi figli Renzo e Riccardo, e l’ex tesoriere Francesco Belsito. Unica soluzione per Maroni ora è guardare al futuro e ad un “ricambio generazionale e rinnovamento profondo”.

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