Elezioni comunali. I candidati fantasma: curricula introvabili in rete

Pubblicato il 3 Maggio 2012 - 13:32 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Chi intendesse documentarsi sul profilo dei candidati alle amministrative di domenica prossima, lasci perdere. L’Associazione Pubblici Cittadini ha fatto la prova consultando i siti dei partiti: nei 28 collegi dei capoluoghi di provincia dove si vota la ricerca dei curricula degli aspiranti sindaci e consiglieri ha dato esito negativo. Nonostante gli appelli alla trasparenza non vi è traccia di comunicazioni di sorta: “I curriculum dei candidati sono introvabili”. Con la lodevole eccezione del Movimento 5 Stelle di Grillo. Vige l’embargo informativo assoluto sulla storia personale dei candidati: profilo professionale, fedina penale, semplici dati anagrafici.

Nel dettaglio. Il Pdl si presenta con proprie liste in tutti i 28 collegi presi in esame:  a disposizione dei cittadini elettori ha messo a disposizione lo scarno curriculum di un solo candidato. Il Pd omette qualsiasi informazione di 23 candidati su 28: di tre c’è un curriculum soddisfacente, di due a malapena nome e cognome. La Lega si presenta in 14 collegi su 28: due candidati hanno caricato su internet il loro curriculum, per gli altri bisogna ingaggiare un detective se si vuol sapere qualcosa in più di dove sono nati. Anche Sel di Vendola non aggiusta la media in maniera significativa: 2 curricula su 8. Futuro e Libertà se la cava con un curriculum completo su 7 candidati, l’Udc 2 su 19. Maglia nera il partito di Di Pietro: si presenta ovunque ma curricula dei candidati semplicemente non sono pervenuti.

I grillini sono i più solerti: si presentano in 24 capoluoghi, 6sono i candidati che hanno messo in rete le informazioni che li riguardano. Di 15 aspiranti sindaci non c’è curriculum però il codice interno prevede un’autocertificazione sul proprio status penale. Al netto della reale domanda di informazione dei cittadini (è sicuro che andrebbero a consultare i curricula debitamente pubblicati) è pur vero che non c’è merito senza trasparenza, non c’è partecipazione senza controllo dal basso. O no?