Sei mesi di Polverini ci costano più tasse: aumenti Irpef e Irap

Renata Polverini (Foto Lapresse)

ROMA – Se nel Lazio si votasse in primavera, come vorrebbe il Pdl, sei mesi Polverini potrebbero costarci aumenti Irap e Irpef. Basta fare due conti, anzi una prima stima fatta dal Corriere della Sera parla di 600 milioni. Renata Polverini alla Pisana potrebbe durare fino a Natale, come sembrava nelle prime intenzioni del ministro dell’Interno Cancellieri. Ma ora più di qualcuno nel Pdl spinge per un’unica elezione politico-comunale-regionale. E l’election day, in questo caso, sarebbe a primavera.

Con sei mesi di “limbo” rischia innanzitutto di naufragare il piano di rientro dal debito sanitario. Il Lazio ha un commissario straordinario per la Sanità, visto il deficit accumulato, ruolo che fino a oggi era ricoperto dalla stessa Polverini e che presto verrà affidato ad un nuovo commissario nominato dal governo. Se non verrà approvato da una nuova giunta il piano che taglia in questo settore, il debito rischia di rimanere così com’è adesso. E come si potrebbe ovviare al problema? Aumentando, automaticamente, le tasse regionali: Irpef e Irap in prima linea. C’è poi l’allarme delle imprese: senza un governo vero e proprio non verranno attivati bandi pubblici, non verranno distribuiti i fondi e le risorse, in stallo anche le leggi su turismo e commercio, sul piano energetico regionale, sul piano operativo dei rifiuti, per la ricerca. Rischiano di sparire 58 milioni di fondi per l’innovazione, 356 milioni per i fondi europei, 80 milioni di finanziamento del Miur per i distretti tecnologici. Ovvero i 600 milioni quantificati dal Corriere.

Elezioni a dicembre o a primavera, non si tratta solo di una questione politica. Ci sono ostacoli “tecnici”. Il governo ha approvato un decreto che taglia i consiglieri, taglio che però non vale per le elezioni al voto ovvero Sicilia e Lazio. Ma a quanto pare potrebbe rimettere mano a questa norma. Senza contare che è ancora in sospeso la riorganizzazione delle province, che nel Lazio potrebbero passare da 5 a 3. Insomma, con queste condizioni non si può andare al voto. Ma la questione tecnica si intreccia con quella politica. Il Pdl non ha molta fretta di arrivare alle elezioni. Fabrizio Cicchitto dice che “Polverini guarda all’interesse dei cittadini, non a un tornaconto personale”. Dello stesso avviso Gianni Alemanno: “Se qualcuno pensa che facendo in fretta riesce a vincere facile innanziutto insegue un’illusione, poi non fa un servizio ai cittadini del Lazio”. Il Pdl sa che andare a votare entro il 2012, in pieno scandalo Fiorito, è politicamente un suicidio. Per questo non ha fretta. E Irap e Irpef incombono.

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