Elezioni Lazio, Radicali riammessi dal Tar

Pubblicato il 31 Gennaio 2013 - 16:20| Aggiornato il 17 Maggio 2022 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – I radicali tornano in corsa alle prossime elezioni regionali nel Lazio. Lo ha deciso il Tar che, accogliendo il ricorso degli stessi radicali, ha riammesso la lista Amnistia Giustizia e Libertà.  Confermata anche la candidatura di Giuseppe Rossodivita a governatore.

La lista era stata esclusa per una violazione “al rovescio” della norma sulle quote rosa. In Amnistia, Giustizia e Libertà c’erano troppe donne. Rossodivita, presentando il ricorso, aveva parlato di “esclusione ridicola”. Ora il Tar sembra dargli ragione.

Nel ricorso, presentato due giorni fa dai delegati al deposito della lista, Jose’ De Falco e Riccardo Magi (segretario dei Radicali Roma) con l’avvocato Giovanni Pesce, si contestava il provvedimento con il quale il 27 gennaio l’Ufficio elettorale centrale della Corte d’appello di Roma non ha ammesso la lista, oltre al provvedimento con il quale il giorno successivo l’Ufficio Centrale elettorale Regionale ha respinto la richiesta di riammissione.

L’esclusione era stata motivata con il mancato rispetto del principio della pari rappresentanza dei sessi nella composizione del ‘listino’ (presente una donna in più). Non era servito a far cambiare idea all’Ufficio elettorale la rinuncia alla candidatura di una delle donne presenti in lista. Il ‘cambio in corsa’ era stato considerato tardivo.

Per il Tar, la normativa ammette ”la possibilità per le liste di ripristinare la regolarità secondo le osservazioni dell’ufficio” elettorale. Facendo anche alcune osservazioni in merito alle ‘quote rosa’ nelle liste elettorali, i giudici amministrativi hanno ritenuto che ”l’eccesso di rappresentanza femminile nella lista originaria, non costituisce motivo per derogare alla previsione dell’esatta parita”’; pertanto ”deve escludersi che il candidato alla presidenza della Regione, ancorché formalmente capolista della lista regionale, possa essere computato ai fini del meccanismo della paritaria rappresentanza dei sessi”.