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Elezioni: a M5s mezza Sardegna, Sicilia e Abruzzo. Nord e Sud a Berlusconi-Salvini

di Alberto Francavilla |8 Gennaio 2018 11:10

Elezioni: a M5s mezza Sardegna, Sicilia e Abruzzo. Nord e Sud a Berlusconi-Salvini

Elezioni: a M5s mezza Sardegna, Sicilia e Abruzzo. Nord e Sud a Berlusconi-Salvini

ROMA – Nord e Sud della Penisola a tinte celesti, gialle le isole e l’Abruzzo e rosse le solite Toscana, Emilia e Trentino. A cinquantacinque giorni dal 4 marzo la campagna elettorale è da tempo entrata nel vivo e ferve l’attività dei sondaggisti. Stando proprio ad uno di questi la partita, almeno al Senato, potrebbe però essere quasi già chiusa.

La colorata mappa dell’Italia su citata altro non è che la trasposizione grafica di come e dove raccoglierebbero più seggi i tre grandi attori delle prossime politiche: il centrodestra immancabilmente azzurro, il M5S con i suoi toni gialli e il Pd con un nostalgico rosso. A colorare i collegi da cui usciranno i prossimi 316 Sentori è la Stampa, che nell’articolo di Fabio Martini legge i dati elaborati da YouTrend con la società Reti. Dati che prendono in esame quello che sarà il risultato a Palazzo Madama, decisivo nelle ultime legislature per la tenuta dei vari governi più della Camera, dove Berlusconi e soci, che giusto questo fine settimana hanno siglato il loro patto elettorale, sarebbero già ad un passo dalla maggioranza assoluta.

Così vicini che, affidandosi alle proiezioni, gli basterebbe guadagnare 2 punti percentuali come coalizione nei prossimi 50 giorni per andare sul sicuro. Uno scenario possibile grazie alla legge elettorale con cui andremo alle urne il 4 marzo. Legge per cui la maggior parte dei seggi saranno ripartiti con meccanismo proporzionale, ma nonostante ciò, la differenza tra la vittoria e la sconfitta passerà anche e soprattutto dai collegi maggioritari che assegneranno poco più di un terzo dei seggi totali. In questi collegi chi prende un solo voto in più degli avversari vince e conquista l’ambita poltrona.

A far man bassa di poltrone sarebbe il trio Berlusconi-Salvini-Meloni che conquisterebbe addirittura una settantina di seggi maggioritari – in questo modo se ne assegnano poco più di 100 – a cui si aggiungerebbero altri 68 collegi conquistati con il proporzionale (35 Forza Italia, 22 Lega e 11 Fratelli d’Italia). Un totale di quasi 140 seggi, vale a dire appena una ventina meno di quelli che a Palazzo Madama rappresentano la maggioranza assoluta. Più indietro, e molto, il Pd che almeno al Senato riuscirebbe ad accreditarsi però come seconda forza, spuntandola in 28 collegi maggioritari a cui si sommerebbero i poco più di 50 in arrivo dal proporzionale per 80 seggi totali.

Un soffio davanti ai 5Stelle che si fermerebbero a 78 senatori, in arrivo però quasi tutti dal proporzionale e solo 19 dal maggioritario. Nella quota maggioritaria che assegna 116 Senatori sarebbe di gran lunga avanti il centrodestra che staccherebbe per distacco il Pd, penalizzato fortemente da LiberieUguali di Grasso che non vincerebbe nemmeno un seggio uninominale ma ne farà comunque perdere molti ai democratici, e un MoVimento5Stelle decisamente più forte nella quota proporzionale. Come questa maggioranza sarebbe spalmata sul territorio è presto detto e facilmente intuibile, anche se ci sono delle piccole sorprese. Come quasi 20 anni fa, come nel 2001, Berlusconi e il centrodestra spopolerebbero nel ricco Nord come nel decisamente meno ricco Sud.

Il Pd una volta centrosinistra resisterebbe invece nelle storiche roccaforti della Toscana e dell’Emilia e in Trentino in virtù dell’accordo col locale Südtiroler Volkspartei. Mentre i 5Stelle rimarrebbero confinati nella Sardegna meridionale, nell’estremo sud della Sicilia e in Abruzzo oltre che in alcune città tra cui la Genova di Grillo e quella Roma dove nonostante la Raggi continuerebbe ad avere consenso. Regioni settentrionali dunque vero bacino elettorale del centrodestra con i 55 collegi uninominali che portano in dote. Qui il centrodestra ne conquisterebbe ben 38, mentre 15 andrebbero al Pd e solo 2 al M5S. Anche al Sud avanti il centrodestra, ma lì i collegi uninominali sono 39 e Berlusconi e alleati la spunterebbero in 25, il partito di Grillo e Di Maio in 12, mentre a far da Cenerentola sarebbe il partito di Renzi a cui ne resterebbero solo 2. Meno netta infine la situazione al Centro, dove in ballo ci sono 22 seggi maggioritari: qui il centrosinistra ne vincerebbe 11, il centrodestra 6 e i grillini 5.

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