La nuova musica dei sondaggi: elezioni senza padrone, mezza Italia non ne può più

ROMA-Le elezioni non hanno più un padrone perché mezza Italia non ne può più e non sa, non riesce a decidere di cosa non ne può più. Ogni sondaggio suona la stessa musica, anzi di questa musica alza i toni e il volume. Ed è musica nuova, musica letteralmente inaudita. Era solo l’estate scorsa, sei mesi o poco più sono passati: allora le elezioni avevano un padrone sicuro e indiscusso, Silvio Berlusconi. Nessuno in Italia dubitava che il premier avrebbe rivinto quando si fosse votato, nessuno avrebbe a ragione scommesso un euro sull’ipotesi contraria. Era solo l’estate scorsa e Berlusconi era il padrone delle elezioni. Adesso non lo e più. E già questa è notizia tanto clamoroso quanto ancora non digerita dalla politica, dalla stampa e dalla pubblica opinione. Eppure è un fatto: tra coloro che dichiarano la loro intenzione di voto l’alleanza Berlusconi, Bossi, Storace raccoglie più o meno il 42 per cento. Non basta per avere la maggioranza dei seggi al Senato, non garantisce neanche al cento per cento di arrivare “primi” alla Camera e di avere lì il premio di maggioranza in seggi. Questa certezza che appena sei mesi fa era chiara e scontata non c’è più. E’ scalata da certezza a buona probabilità: Bossi, Berlusconi e Storace possono in gruppo arrivare “primi”. Possono ma non sono sicuri. Perchè l’alleanza tra Bersani, Vendola, Di Pietro e “spicci” della sinistra fra coloro che dichiarano la loro intenzione di voto oscilla nei sondaggi tra il 41 e il 42 per cento. Insomma, se si vota Berlusconi parte con il favore del pronostico ma nulla di più. Se si vota non si sa come va a finire.

Ma, notizia, rivolgimento, fenomeno ancora più grossi e mai visti: coloro che dichiarano l’intenzione di voto sono un italiano su due. Quindi quel che dicono, le percentuali che regalano ai partiti, a tutti i partiti, valgono poco e addirittura traggono in in ganno sul possibile risultato di elezioni vere. Pdl al 30 per cento, Lega all’undici, Destra all’un per cento. E Pd al 26, Sel all’otto, Idv al sei, socialisti e federazione della sinistra ciascuno all’un per cento. E Fli tra il tre e il quattro, Udc quasi al sette, Mpa e Api ciascuno quasi all’un per cento. Ma sono cifre che valgono poco, molto poco. Sono le cifre, le intenzioni di voto dell’Italia elettorale che si dichiara, che per amore o per forza sa cosa fare se si vota. C’è invece, vasta come mai l’Italia che non sa, non ha scelto, non dichiara. Un’Italia che ingrossa ad ogni sondaggio. L’Italia che sa di non poterne più e per questo non esprime intenzione di voto, aspetta, osserva, rumina, riflette. Sa solo di non poterne più ma non sa di cosa non ne può più. Saranno questi milioni di cittadini a decidere chi vincerà e chi perderà quando davvero si voterà. Le elezioni sono senza padrone e mezza Italia non sa a chi dare il voto. Scusate se è poco.

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