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Elezioni. A Platì (Calabria) non si candida nessuno. Il 31 maggio non si vota

di Warsamé Dini Casali |12 Maggio 2015 10:45

Elezioni. A Platì (Calabria) non si candida nessuno. Il 31 maggio non si vota

ROMA – Elezioni. A Platì (Calabria) non si candida nessuno. Il 31 maggio non si vota. Nel comune calabrese di Platì, tremila anime nella grande vallata circondata dall’Aspromonte, quest’anno non si vota: nessuno si è presentato alle elezioni amministrative previste il 31 maggio, non un candidato ha formato una lista.

Platì (si deve a Lucio Musolino de Il Fatto Quotidiano la notizia)  ha forse raggiunto il grado zero della sua esperienza politica, drammaticamente rappresentata dalle uccisioni di un sindaco e di un  vicesindaco, dagli scioglimenti in serie del consiglio comunale per infiltrazioni mafiose (3 in 12 anni), dalla sudditanza storica verso le ‘ndrine (i clan ‘ndranghetisti).

La giunta comunale, qui abituata a sopravvivere al massimo qualche mese fino all’arrivo di prefetti e commissari, quest’anno è addirittura abortita ancor prima di nascere. Nessuno si presenta perché, dicono in paese, tanto non vale la pena. E non solo per paura. Che ci presentiamo a fare, dicono, appena ci insediamo ci caccia il commissario perché magari abbiamo un parente mafioso. Ma chi non ne ha visto che in pratica siamo tutti parenti? Perfino il Pd, che pure ha potuto verificare un consenso  del 22% alle ultime regionali, ha rinunciato.

Logico che almeno il partito di Renzi scendesse in campo. Ma il segretario calabrese, Ernesto Magorno, ha sostenuto di non aver capito in tempo le «dimensioni del problema». Quando le ha capite, e si è candidato assieme ad alcuni deputati, il termine per presentare le liste era scaduto. Il 2 giugno, in compenso, faranno tutti una bella assemblea antimafia proprio in paese: con la rassicurante certezza di non rischiare di governarlo. (Corriere della Sera)

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