Laurea o mattone? Lettera della “maestrina”. Fornero scrive a Feltri

Il ministro del Welfare Elsa Fornero

ROMA – Dalla lettera alla professoressa di Don Milani, alle lettere (frequently writer verrebbe da dire) della “professoressa” Fornero. L’ultima l’ha recapitata a Vittorio Feltri, a proposito di un dibattito sorto spontaneamente come una margherita sul prato della recessione italiana. Sfogliando la margherita si scoprono alternative interessanti, meglio del melenso “m’ama non m’ama”. Il Giornale si era scagliato contro il ministro troppo assertivo in quanto a scelte familiari: sosteneva, il ministro, che è meglio una laurea oggi (è un vecchio pallino) che una casa domani, è preferibile investire in tasse e master universitari che contrarre noiosi mutui che non ti cambiano la vita ma al massimo ti offrono un riparo.

Fornero non s’è persa d’animo e ha preso carta e penna per ribattere, spiegare, controdedurre in una quindicina di righe prontamente e cortesemente pubblicate dal destinatario. “Caro Feltri” e “ringrazio il ministro” stabiliscono l’understatement necessario a una corrispondenza aliena da furori ideologici. Il succo è che Fornero suffraga la sua posizione esibendo le pezze d’appoggio di uno studio di due ricercatrici dell’Università di Torino; Feltri gradisce ma ringrazia, sarà vero ma in Italia manca del tutto l’edilizia popolare. E, aggiungiamo noi, anche il sostegno ai meritevoli con un sistema diffuso e capillare di borse di studio.

Ma la polemicuccia, in fondo, non è che sia scientificamente così rilevante. Laurea o mattone? Dipende, è ovvio. Appare più significativo il tratto “umano” della lettera, dove con umano si allude alla percezione che il ministro possiede della sua figura pubblica. “Caro Feltri, senza ovviamente la pretesa di farle cambiare idea circa il suo convincimento che io abbia la tendenza a comportarmi da “maestrina”…”, come incipit vale il prezzo di una perizia calligrafica. Sì, se c’era qualche dubbio, il ministro ha il complesso della maestrina. E a ragione: bacchetta e matita rossa si vedono eccome. E’ un tratto ineliminabile della sua personalità. Il cittadino elettore e contribuente è contento di non servire quale suddito del Governo, molto meglio la posizione dell’allievo. Sfigato, fuori corso ma allievo. Non ci resta che piangere, la lezione, almeno quella, l’abbiamo imparata.

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