BOLOGNA – Stefano Bonaccini indagato per 4mila euro in 19 mesi, soldi spesi per pranzi, cene e rimborsi per le trasferte fatte in giro per la regione Emilia Romagna durante la campagna elettorale. E Matteo Richetti indagato con la stessa accusa di peculato per 5.500 euro, tra cui (risulta a Repubblica) 500 euro per due notti in albergo a Riva del Garda in due distinte occasioni.
Se Richetti ha già annunciato il proprio ritiro dalla corsa per le primarie del Pd alla successione di Vasco Errani alla presidenza dell’Emilia Romagna, Bonaccini tira dritto.
“Continuo la campagna per le elezioni alla presidenza della Regione Emilia Romagna. Le primarie saranno tra me, che ho concluso la consegna delle firme, e Balzani. Quanto a Richetti, chidete a lui, io credo che abbia già spiegato i motivi del ritiro e credo anche che sarà in grado di giustificare gli eventuali addebiti che verranno mossi”.
Come ha sottolineato Vittorio Manes, avvocato di Bonaccini, i 4mila euro di “spese pazze” costati a Bonaccini l’iscrizione nel registro degli indagati si traducono in
“circa 200 euro al mese, domani faremo istanza di archiviazione”.
Vista la mala parata a Bologna, però, a Roma si fanno ipotesi e nomi per un nuovo candidato Pd alla presidenza della Regione. Su tutti quelli del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio, e del ministro del Lavoro, Giuliano Poletti. Mentre il terzo candidato alle primarie, l’unico non toccato dall’inchiesta per le “spese pazze” nei gruppi consiliari, ovvero l’ex sindaco di Forlì Roberto Balzani, avverte: se saltano le primarie corro con la mia lista.
“Se venissi estromesso in questo modo assolutamente incredibile chiamerei tutte le persone che mi hanno sostenuto e con loro farei un ragionamento, per forza. Non è possibile che se una persona è perbene deve essere fatta fuori, mi sembra che sia al di fuori del buonsenso”.
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