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Emma Bonino al Senato su caso Kazakhstan: “Non mi dimetto” ci ha tranquillizzato

di Marco Benedetto |24 Luglio 2013 0:37

Emma Bonino: in Senato saranno bombe o mortaretti bagnati?

La sindrome del radicale, di cui non ti devi mai fidare e dalle cui file viene il ministro degli Esteri Emma Bonino sembrava avere colpito, a leggere i giornali di martedì. Si dimetterà, metterà in crisi il Governo? si chiedevano in molti. Perché non ci fossero equivoci, la risposta della Bonino è arrivata forte e chiara, affidata a una ispirazione dell’agenzia Ansa:

“Il ministro degli Esteri Emma Bonino “non ha mai pensato a dimettersi” in seguito alla vicenda Ablyazov. È quanto si apprende da fonti della Farnesina [che per i poveri cittadini fuori dell’inner circle del potere e del gergo romano vuol dire Ministero degli Esteri] in riferimento ad indiscrezioni di stampa secondo le quali il ministro avrebbe pensato di lasciare il suo incarico”.

E non scherziamo. Resta da vedere cosa dirà Emma Bonino oggi Eppure autorevoli commentatori, se lo erano seriamente chiesto. Giampiero Gramaglia, sul Fatto, ha scritto:

“Emma Bonino si presenta a Bruxelles con la grinta dei giorni belli: il ministro degli Esteri annuncia che sarà mercoledì in Parlamento, per spiegare “punti ancora oscuri” sulla vicenda Ablyazov, “che altre istituzioni devono chiarire”. La dichiarazione, pare l’annuncio che la Bonino, criticata da più parti per la sua inazione nel caso Ablyazov, rompe finalmente gli indugi e dissotterra l’ascia di guerra in seno al governo”.

La fiammata, ha peraltro già chiarito Giampiero Gramaglia, si era

“subito spenta”

quando il Ministero degli Esteri puntualizzava che i “punti oscuri” sono “di competenza” degli Esteri: un ritorno nei ranghi, insomma. Eppure, la Bonino se l’era proprio presa con

“le istituzioni che continuavano a ripetere che tutto era regolare” nell’espulsione di Alma e di sua figlia Alua, mentre lei, “da sola” si preoccupava delle loro sorti”.

Da notare, nella cronaca di Giampiero Gramaglia, due passaggi:

1. si contrappongono le “preoccupazioni umanitarie” di Emma Bonino alla “vocazione diplomatica insita nella struttura del Ministero degli Esteri, impersonata dal segretario generale Michele Valenzise, preoccupato di stemperare e calmierare”; nota Giampiero Gramaglia che espellere l’ambasciatore del Kazakhstan a Roma, come acune parti della sinistra giornalistica chiedono, sarebbe una fiera sciocchezza perché metterebbe in moto una guerra diplomatica e i kazaki potrebbero reagire con analogo provvedimento contro l’ambasciatore italiano”. 2. il caso del miliardario Mukhtar Ablyazov, promosso da Repubblica e dal Corriere della Sera al rango di dissidente tipo Sakharov, è un problema solo italiano, tutto di politica interna. La povera Bonino, che è stata lunedì al Consiglio dell’Ue, non ha raccolto nemmeno “una parola” in riunione.

Più stringato e ancor più scettico Stefano Folli sul Sole 24 Ore:

“Difficile immaginare che Emma Bonino si spinga a mettere in difficoltà la sua maggioranza, specie dopo le parole di Letta e dello stesso capo dello Stato. Eppure… eppure qualcosa dovrà dire dopo aver accennato a residue zone d’ombra. Una frase che tradisce la profonda irritazione per il comportamento del Viminale. E lascia intendere anche le riserve del ministero degli Esteri sull’ipotesi di espellere subito l’ambasciatore kazako, il che comporterebbe un rischio di ritorsioni”.

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